Ieri la seduta-lampo del Consiglio comunale: ecco come sono andati i fatti

Una seduta del consiglio comunale (foto archivio)

I presenti, frattanto, precisano: “Noi non siamo stati assenteisti”

MONREALE, 14 dicembre –Abbiamo commesso un errore “imperdonabile” per il quale ci scusiamo. La seduta di ieri del Consiglio comunale non è durata affatto quattro minuti. E’ durata cinque. Ben sessanta secondi in più. Diceva un vecchio slogan pubblicitario francese: “C’est la precision qui fait la difference”.

Al di là della battuta, che può essere più o meno apprezzata, occorre attenersi ai fatti, anche perché chi tra i consiglieri comunali ieri era presente regolarmente al suo posto e ha deciso di non svignarsela per valutazioni personali, oggi ci tiene a far sapere all’opinione pubblica di non dover essere messo nel novero di chi ha marcato la sua presenza in aula, ma dopo qualche attimo era già altrove, intascando la certificazione ed anche il relativo obolo previsto dalla legge.

Ed allora atteniamoci ai fatti documentati dal verbale della seduta, che, come risulta, ha avuto inizio alle 10,20. Dodici i consiglieri presenti, eccoli: Gullo, Intravaia Salvatore, Lo Coco, Gelsomino, Di Verde, Vittorino, Li Causi, Russo, Romanotto, Di Benedetto, Venturella ed Intravaia Marco. Chiamato l’appello e constatata la regolarità della seduta (come abbiamo scritto ieri in seconda convocazione erano sufficienti dieci consiglieri), i lavori non hanno registrato alcuna discussione e si è passati direttamente al voto della delibera in questione. Questo è avvenuto per appello nominale. Al momento di rendicontare l’esito della votazione, però, ci si è accorti che il numero, già esiguo di dodici consiglieri, si era ulteriormente assottigliato a sette: Gullo, Intravaia Salvatore, Lo Coco, Gelsomino, Di Verde, Vittorino, Li Causi (per la cronaca, tutti hanno espresso parere favorevole alla delibera). Gli altri, lo ripetiamo per dovere di cronaca, non risultavano presenti.

Il presidente Di Verde, allora, constatata la mancanza del numero legale, non ha potuto far altro che chiudere la seduta quando erano le 10,25. Esattamente cinque minuti dopo l’apertura, come si evince dal verbale. Poco prima che proclamasse la conclusione, però, è arrivato il consigliere Costantini, che era assente al momento della votazione, ma presente (giusto in tempo) prima della chiusura della seduta.

I fatti che descriviamo, suffragati peraltro da diverse testimonianze, sono cronaca pura: una sequenza temporale di fatti. Nulla di più, nulla di meno.

“Io ed i consiglieri del mio gruppo presenti ieri siamo rimasti al nostro posto, partecipando alla seduta ed alla votazione ed assumendoci le nostre responsabilità – afferma il capogruppo di Alternativa Civica Toti Gullo – resta il fatto che un Consiglio comunale che dura solo cinque minuti è semplicemente una vergogna”.

“Siamo sempre stati presenti e non ci va di passare per coloro che scelgono l’assenteismo – aggiungono Mimmo Vittorino e Rosario Li Causi, consiglieri del Pd – per cui prendiamo le distanze da un comportamento volto a svilire il compito del Consiglio”.

Sulla vicenda, già ieri il presidente dell’assemblea Giuseppe Di Verde aveva manifestato l’intenzione di riconvocare al più presto il Consiglio presentando lo stesso ordine del giorno, facendo appello al senso di responsabilità dei consiglieri.

Un senso di responsabilità che, senza volere offendere nessuno, ieri è andato a farsi benedire.