Troppo discolo un alunno della scuola "Morvillo", protestano i genitori

Il caso è stato discusso alla presenza degli esperti dell'Asp di Palermo

MONREALE, 3 marzo – Sembra la favola di Gianburrasca, quella interpretata in tv da una giovanissima Rita Pavone, nella quale un alunno particolarmente discolo mette a soqquadro una scuola, combinandone di tutti i colori.

Adesso il caso, seppur in forme per niente umoristiche e divertenti e sul quale stendiamo, per ovvie ragioni, un velo di anonimato, si presenta alla scuola elementare “Francesca Morvillo”. Il fatto nasce dal comportamento di un ragazzino particolarmente “vivace”, sul quale probabilmente grava qualche turba comportamentale, che stando al racconto di alcuni genitori, avrebbe già aggredito diversi compagni di scuola, sia verbalmente, che fisicamente. Aggressioni, o presunte tali (su queste sarà la scuola ad indagare), che hanno fatto andare su tutte le furie un comitato di mamme, non più disposte a vedere i loro figli tornare a casa con i “ricordini” lasciati sulla pelle dal compagnetto e che si organizzano con una forma pubblica di protesta. L’ultima di queste piccole “bravate” pare abbia visto il ragazzino tirare una statuetta ad un altro bambino, con le conseguenze potenziali che è facile immaginare.

“Siamo stanchi delle aggressioni verbali e reali – scrivono in una nota diffusa in giornata – che i nostri ragazzi subiscono. Pretendiamo sicurezza per i nostri figli. Questo fatto non può mettere a rischio la sicurezza degli altri. Vi riterremo responsabili – aggiungono rivolgendosi alla direzione dell’istituto – dei provvedimenti che non prenderete”.

E la scuola, allora i provvedimenti ha deciso di prenderli. Oggi, infatti, il caso è stato esaminato alla presenza di una psicoterapeuta del distretto scolastico 11 bis, di una pischiatra ed una psicolologa dell’Asp di Palermo, per vedere, sempre nell’ambito di quello che rende possibile la legge, quali eventuali provvedimenti adottare. Il compito certamente non sarà facile, poiché bisogna garantire tanto il diritto allo studio del ragazzino, pur se particolarmente indisciplinato, quanto, ovviamente, la sicurezza degli altri compagni.