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Si insedia don Gorgio Gallaro, l'Eparchia di Piana degli Albanesi ha la sua nuova guida

Ha vissuto più di quarant'anni anni negli Stati Uniti

PIANA DEGLI ALBANESI, 27 giugno - Parla un inglese impeccabile, conosce lo spagnolo, il greco e un po’ di arabo. Originario di Pozzallo, il sessantottenne Giorgio Demetrio Gallaro è il nuovo vescovo dell’eparchia di Piana degli Albanesi. Dopo 40 anni vissuti negli Stati Uniti alla guida di numerose parrocchie di rito bizantino, avrà il compito di guidare l’Eparchia di Piana degli Albanesi.

A sceglierlo, lo scorso marzo, è stato Papa Francesco. “Sarò il vescovo di tutti gli italo-albanesi dell’Italia insulare”, ci dice Gallaro durante la sua prima intervista da vescovo. Sul suo tavolo dell’episcopato ci sono un pc portatile e tre antichi volumi sul rito greco in Italia. Simboli non casuali di un uomo considerato la sintesi tra la tradizione di un rito millenario e l’innovazione. L’eparchia di Piana, che comprende anche Contessa Entellina, Mezzojuso, Palazzo Adriano, Santa Cristina Gela e le migliaia di arbëreshe palermitani, da due anni era sede vacante in seguito alle dimissioni “per limiti di età” di Sotir Ferrara. Quindici parrocchie e circa 30 mila fedeli.

La chirotonia episcopale di Gallaro verrà celebrata domani alle ore 10 nella Cattedrale di San Demetrio. Stasera invece a Palermo, alle ore 19 durante il Vespro, il nuovo vescovo pronuncerà le Professioni di fede nella concattedrale di San Nicolò dei Greci alla Martorana. A conferire la chirotonia saranno i vescovi delle eparchie di Lungro e Newton e dell’esarcato in Atene. Entrambe le celebrazioni avverranno secondo il rito greco-bizantino. Gli inviti sono in tre lingue: italiano, albanese ed inglese. Nell’eparchia di Piana da oltre 400 anni sopravvivono con orgoglio lingua, rito e tradizioni. E Piana degli Albanesi, dove si parla la lingua dei profughi fuggiti durante la conquista dei Turchi ottomani, è sicuramente la comunità più legata alla tradizione.

Forse anche per questo a marzo la nomina ufficiale del nuovo vescovo venne preceduta da malumori da parte di alcuni esponenti del clero locale. Polemiche apparentemente legate alla scelta di un “non arbëreshe”. “Acqua passata” assicurano in episcopato. “Ho trovato un accoglienza calorosa – racconta il vescovo - da parte di una comunità che ha il desiderio di portare avanti un cammino all’insegna dei valori trasmessi dai nostri antenati”. Gallaro, dopo la nomina, ha scelto di stabilirsi da subito a Piana. “Volevo far vedere che il nuovo vescovo non è certo “ghost” – ci dice scherzando -, ma un individuo con pregi, qualità e qualche limite”.

Gallaro, negli Usa, ha guidato le comunità cattoliche melchite che, come avviene per gli albanofoni d’Italia, seguono il rito bizantino ed usano il greco come lingua liturgica. “Imparerò anche l’albanese, che ho già in parte studiato”, ci dice sorridendo ed dribblando ogni riferimento alle resistenze iniziali di una parte del clero locale. “Ritengo che l’essere arbëreshë – conclude Gallaro – sia una ricchezza che però bisogna saper condividere con gli altri, mostrandosi aperti verso chi vuole conoscerla ed amarla”.