Fabio Billetta - amministrative 2024

Arriva la spedizione punitiva, bambina presa a cinghiate da coetanei

Brutto episodio di bullismo in una scuola di Monreale. I genitori hanno sporto denuncia

MONREALE, 3 marzo – L’episodio è di quelli che fanno raggelare il sangue. Di quelli che si vedono nei film e che sembra che non possano accadere anche a noi. Una bambina, vittima dei bulli della classe, è stata presa a cinghiate in pieno centro cittadino.

Non in una viuzza secondaria, dove magari non passa nessuno, ma nella centralissima piazza Vittorio Emanuele, a due passi dal duomo. A mettere in atto il gesto è il “branco” capeggiato dal bullo della situazione, che non tollera il fatto che contro di lui possa arrivare la punizione degli insegnanti per i suoi atti di cyberbullismo.
Tutto accade in una scuola di Monreale (non la citiamo per tutelare la bambina) dove Margherita (il nome è di fantasia, per la stessa ragione) frequenta le lezioni. La bambina da un po’ di tempo è al centro degli scherzi anche pesanti di alcuni compagnetti. Uno di loro, addirittura, decide di postare sul gruppo whatsapp della classe un video dal contenuto molto volgare ed esplicito, con una donna adulta al centro della situazione, indicando la compagna come protagonista di quelle scene. La bambina ci sta male, si sente messa alla berlina, fino a quando non parla a casa con la mamma, raccontandole l’accaduto. Questa allora si rivolge alle altre mamme, sfruttando il gruppo whatsapp che queste hanno creato tra di loro per le comunicazioni riguardanti le attività scolastiche.

Le altre mamme, alcune delle quali hanno visto il video, solidarizzano senza esitazione con la donna, prendendo giustamente le distanze da quella brutta azione di bullismo. La mamma di Margherita, allora, informalmente, mette al corrente dell’accaduto anche gli insegnanti. In quei giorni la scuola è chiusa, perché il periodo è quello delle vacanze di Carnevale. Gli insegnanti fanno sapere che, non appena tornati in classe, sarebbero intervenuti.
E’ allora che il bullo, probabilmente scoperto e rimproverato, decide di organizzare la spedizione punitiva, che mette in atto un sabato pomeriggio, quando la compagnetta era uscita di casa assieme ai cuginetti per una passeggiata. Margherita viene presa a cinghiate, che fortunatamente non provocano lividi perché la bambina riesce a pararsi in qualche modo. I colpi inferti, però, hanno un effetto peggiore: provocano uno stato di choc. La bambina torna a casa spaventata, vomitando e soprattutto in evidente stato confusionale, tanto che i genitori, atterriti, decidono di portarla al Pronto Soccorso dell'Ospedale dei Bambini di Palermo, dove i medici, non appena apprendono l’accaduto, non possono esimersi dal denunciare d’ufficio l’episodio increscioso, chiamando le forze dell’ordine.

La scena di trasferisce poi alla caserma dei carabinieri di Monreale, dove – l’indomani – papà e mamma si recano per mettere tutto nero su bianco e presentare denuncia, mostrando tutto il materiale ai militari ed il tenore dei messaggi whatsapp, che da quel momento “misteriosamente” si placano. Scattano allora le indagini. Qualcuno “invita” i genitori a ritirare la denuncia, ma loro non ne vogliono sapere e tirano dritti per la strada intrapresa.
La bambina, però, purtroppo, continua a stare male: ha paura, continua a vomitare e quasi non vorrebbe più andare a scuola: si sente catapultata in una situazione più grande di lei che la mette a forte disagio. I genitori, allora, decidono di toglierla da quell’ambiente dove la piccola ormai non si trova più bene e la trasferiscono in un altro istituto monrealese, dove Margherita sembra pian piano tornare alla normalità, anche se a tutt’oggi viene accompagnata e poi presa da scuola dai genitori e da allora non ha facilità ad uscire nelle ore pomeridiane.

Della vicenda, che apre uno squarcio agghiacciante sulla realtà dei bambini di casa nostra, adesso si occuperà la procura dei minori. A Margherita auguriamo di cancellare presto dalla mente questo brutto episodio e di tornare a sorridere come fanno i bambini della sua età e come faceva anche lei fino a qualche tempo fa.