Fabio Billetta - amministrative 2024

“La festa del SS.Crocifisso non sia una parentesi che ci distrae e ci fa dimenticare i drammi della vita quotidiana”

Il monito dell’arcivescovo di Monreale nel corso del solenne Pontificale. LE FOTO

MONREALE, 3 maggio – In una Collegiata, come di consueto, gremita in ogni ordine di posti, si è celebrato stamattina il solenne Pontificale, officiato dall’arcivescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi, alla presenza di numerose autorità civili e militari.

Alla celebrazione hanno preso parte pure alcuni rappresentanti di confraternite venuti da Malta, Siviglia, Enna, Comiso, Molfetta, Artena, Gogoleta, rappresentati pure da Domenico Rotella e Angelo Papini, rispettivamente vicepresidente e segretario della federazione nazionale delle Confraternite.
La solenne funzione, precede, come è tradizione, la suggestiva discesa a spalla del simulacro del Santissimo Crocifisso, che viene posizionato davanti il pannello settecentesco, retrostante la chiesa, in attesa del via della processione, in programma per le ore 18

Le parole per spiegare il vero significato della devozione monrealese al Cristo in croce sono toccate a monsignor Pennisi, che ha offerto diversi spunti di riflessione. Nel corso della sua omelia, il presule ha parlato della “bella eredità trasmessa dai nostri padri, che è stata rilanciata dall’arcivescovo Girolamo Venero nel 1625, anno del Giubileo ordinario indetto da papa Urbano VIII”.
“Contemplando il volto bellissimo del Crocifisso - ha detto ancora l’arcivescovo - possiamo facilmente intuire che questo è davvero il Volto della misericordia, manifestazione dell’Amore misericordioso del Signore. In questo Anno Santo Papa Francesco ci invita a “ fare l’esperienza di aprire il nostro cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali”, a guardare le situazioni di precarietà e sofferenza presenti nelle nastra società. Essere devoti del Crocifisso è essere devoti dell’amore a tutti i costi, un amore che sorprende per la sua generosa radicalità e gratuità. Nel volto del Crocifisso risplende la bellezza, il perdono e l'amore gratuito cioè la grazia di Colui che invochiamo come “Patruzzu amurusu”.

La festa del SS. Crocifisso – ha proseguito monsignor Pennisi – che costituisce uno dei momenti più espressivi della identità religiosa di questa città, non può essere una parentesi, che ci distrae e ci fa dimenticare per qualche giorno i drammi della vita quotidiana di tanta gente, ma l’occasione, contemplando Gesù Crocifisso, per dare un senso profondo alle gioie e alle speranze, alle tristezze e alle angosce degli uomini e delle donne, soprattutto dei poveri e di coloro che soffrono, dei malati, degli immigrati che hanno trovato nel mar mediterraneo il loro cimitero, delle persone che sono nel lutto per la perdita di una persona cara, per i disoccupati.

La festa del SS. Crocifisso – ha concluso l’alto prelato – deve essere motivo di riflessione sulla nostra fede, di conversione del cuore, di pentimento dei nostri peccati, di proposito di vivere una vita nuova e di impegno generoso di carità per venire incontro ai nostri fratelli e sorelle bisognosi di affetto, di consolazione, di cure, di cibo, di vestiti, di lavoro, di accoglienza, di speranza”.