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70 anni fa “Fratelli d’Italia” diventava l’inno nazionale

L’inno, da provvisorio, divenne definitivo solo nel 2012

MONREALE, 12 ottobre – Ricorre oggi il 70° anniversario dell’istituzione dell’Inno di Goffredo Mameli quale inno ufficiale della Repubblica Italiana. Il 12 ottobre 1946, infatti, l’Italia decise di scegliere di farsi rappresentare musicalmente da “Fratelli d’Italia”, brano conosciuto anche come “Il canto degli italiani”.

Curiosità: “Fratelli d’Italia” restò l’inno “provvisorio” della Repubblica fino all 2012, quando con la legge 23 novembre n. 222, diviene l’Inno Ufficiale nazionale. La stessa legge ne prescrive la conoscenza nelle scuole unitamente ad altri importanti simboli della nostra nazione.
L’idea di scegliere il suddetto canto nacque, in occasione del giuramento delle nostre Forze Armate datato 4 novembre ’46, al Ministro della Guerra del Governo De Gasperi, il repubblicano Cipriano Facchinetti, anch’egli importante massone con carica di Primo Sorvegliante nel Consiglio dell’Ordine del G.O.I.
I memorabili versi di “Fratelli d’Italia, di chiara connotazione repubblicana, che oggi tutti conoscono grazie soprattutto agli eventi sportivi, vennero scritti nell'autunno del 1847 dal profondo patriota genovese, ancorché ventenne, Goffredo Mameli, e solo in seguito sono musicati a Torino da un altro genovese, Michele Novaro. Entrambi furono grandi massoni.

L’Inno nacque nel clima di fervore patriottico che già preludeva alla guerra contro l'Austria. La particolarità dei versi e della melodia lo resero il più benamato canto dell'unificazione, non solo durante il periodo risorgimentale, ma anche nei decenni a seguire. Goffredo Mameli dei Mannelli, nacque a Genova il 5 settembre 1827 da nobile famiglia e morì a Roma il 6 luglio 1849. Era figlio di Giorgio Giovanni appartenente alla famiglia aristocratica sarda dei “Mameli dei Mannelli”, Cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, contrammiraglio della Regia Marina Sarda, nonché parlamentare a Torino; la madre era Adelaide Zoagli, figlia del Marchese Nicolò Zoagli e di Angela dei Marchesi Lomellini.

Diversi sono stati i tentativi, peraltro timidi, di una sostituzione di “Fratelli d’Italia”, esperiti soprattutto dalle forze politiche Padane, che vorrebbero nel “Va’ pensiero” di Giuseppe Verdi la musica ideale per meglio rappresentare l’Italia. Tutti i tentativi, però, sono velocemente naufragati. Anzi, soprattutto grazie all’opera del presidente Carlo Azeglio Ciampi, recentemente scomparso, che durante il suo settennato condusse una efficace battaglia per la riaffermazione dell’Inno nazionale, “Fratelli d’Italia” ha notevolmente consolidato la sua posizione e la sua centralità nell’identificazione del nostro Paese.