Scelte nette e tanto coraggio

MONREALE, 9 giugno – 365 giorni, o anche 12 mesi, o meglio un anno. Tanto è passato da quando - era il 9 giugno 2014 - Piero Capizzi, aggiudicandosi il ballottaggio con Alberto Arcidiacono, diventava il nuovo sindaco di Monreale.

Un anno fa di questi tempi era il momento in cui faceva saltare il tappo dello spumante, ringraziando tutti gli elettori che lo avevano votato. Oggi, invece, arriva quello di voltarsi un attimo indietro e verificare ciò che è accaduto in un arco di tempo limitato sì, ma forse sufficiente a tracciare un breve bilancio.

Cosa è accaduto in questo anno i nostri lettori lo sanno bene, anche perché abbiamo provveduto a tenerli aggiornati con costanza sui fatti che hanno riguardato Monreale. Elencandone una breve sintesi, giusto per esigenze giornalistiche, possiamo ricordare, però, qualche punto saliente. Nel pallottoliere probabilmente Capizzi può mettere il ritorno dell’Amat in città, la conclusione delle procedure che porteranno ad una ormai probabile inclusione del nostro duomo nel patrimonio Unesco, il pronunciamento positivo della Corte dei Conti in merito al piano di riequilibrio del bilancio e per concludere una più che soddisfacente organizzazione della festa del SS.Crocifisso.

Riteniamo che siano questi i punti qualificanti della sua azione di governo condotta fin qui. Punti inseguiti e raggiunti, che certamente costituiscono motivo di soddisfazione. Guardando dall’altro lato della medaglia, invece, troviamo una situazione Ato rifiuti ancora lontana dalla soluzione, dopo il fallimento dello scorso mese di dicembre (anche se in questo caso, ad onor del vero, è difficile attribuire meriti o demeriti dell’amministrazione comunale, dato che la problematica investe un ambito più grande, con la supervisione della Regione, tra l’altro), una situazione disastrosa relativa alla viabilità (per un’illuminazione assente in tantissime strade o quantomeno carente e per le condizioni pietose dell’asfalto in diversi punti del territorio, soprattutto in periferia) e più in generale uno stato di torpore economico e sociale dal quale la città tarda a destarsi.

Per dare una svolta o anche per imprimere un’accelerata occorre tanto coraggio. Senza bisogno di scomodare l’ora delle “decisioni irrevocabili”, lasciando in pace quindi Mussolini, riteniamo sia necessario operare scelte nette, anche se dolorose, sia in termini di obiettivi, che di uomini, piuttosto che tirare a campare per sopravvivere. Proprio in ossequio a quel “cambio di logica”, colonna sonora della campagna elettorale di Capizzi, sempre auspicato, ma finora non sempre attuato.

All’amministrazione servirà inoltre mantenere una maggioranza compatta e coesa (finora ha retto alle prove, anche difficili, dell’aula consiliare), in grado di resistere agli scricchiolii che inevitabilmente cominciano a sentirsi e che rischiano di logorarla. Altri quattro anni sono ancora lunghi e la cima è assai dura da scalare.