Al liceo "Basile-D'Aleo" si è parlato di immigrazione con Cecilia Bartoli

L'incontro nell'ambito del progetto "Incontro con lo scrittore" dell'associazione "Oliver"

MONREALE, 17 aprile – Mai il tema dell'immigrazione è stato così avvertito dai monrealesi come in questo periodo dopo l'arrivo, qualche giorno fa, di circa cinquecento clandestini accolti dalla Caritas. Non ci poteva essere occasione migliore, quindi, per parlarne al liceo “Basile-D'Aleo” con Cecilia Bartoli.

La scrittrice romana, nell'ambito del progetto “Autori in città” dell'associazione “Oliver” di Palermo, ieri mattina ha presentato ai ragazzi delle I, II, IV e V B del liceo scientifico il suo libro, “Gli amici nascosti”, che narra la storia di un bambino di otto anni, etiope, e del suo lungo ed estenuante viaggio con la madre, per trovare un luogo nel quale stabilirsi, studiare ed avere un a vita migliore lontano dalla persecuzione politica. Un viaggio nel quale rischiando la vita per terra e per mare a ed in balia della ferocia degli uomini, in tutti i luoghi inaspettatamente incontrano degli "amici nascosti", cioè persone normalissime, ma generose e buone, disposte ad ascoltare, a proteggere e ad aiutare chi è in difficoltà. Ed è proprio questo il senso del libro.

Cecilia Bartoli è una psicoterapeuta che lavora con gli stranieri. Nel 2005 ha fondato insieme ad altri l’associazione Asinitas, nella quale si occupa di insegnare l'italiano ai rifugiati, ma anche a coltivare orti, a danzare, a cantare. Non è la prima volta della Bartoli in Sicilia infatti tempo fa, a Palermo, l'autrice romana ha realizzato corsi di formazione per una ventina di insegnati nell'ambito della multiculturalità.
Il liceo “Bsile-D'Aleo ha già avuto modi di sperimentare questa collaborazione con l'associazione “Oliver” in occasione dell'incontro con Moise Finzi, il medico ebreo scampato alla deportazione dei nazifascisti.

Marilena Spallino e Vincenzo Ganci, docenti di italiano e latino al liceo scientifico, hanno curato questo incontro con i propri alunni convinti che tematiche come queste, legate all'immigrazione, sono importanti per la crescita non solo culturale dei ragazzi ma anche e soprattutto umana, perché vengono toccate le corde dell'anima.

“È la prima volta che partecipo a questo tipo di incontri – ha detto Cecilia Bartoli – ed ho riscontrato da parte dei ragazzi partecipazione e sensibilità, soprattutto quando si si approfondisce l'argomento. Un conto è vedere gli immigrati in televisione un conto è vederli girare nel proprio paese, così come è accaduto a Monreale”.

Un aspetto molto interessante che è emerso durante questo appuntamento è legato al fatto che noi popolo del sud, ha detto chiaramente la Bartoli, abbiamo una maggiore sensibilità verso chi si trova in difficoltà, è nel nostro DNA andare incontro a queste persone, perché abbiamo una maggiore capacità di entrare in empatia con gli altri.