La Rete degli Studenti Medi di Monreale: “Quell’occupazione non l’abbiamo voluta noi”

Lettera aperta dei ragazzi: “Chi ha occupato è stato sbugiardato”

MONREALE, 26 novembre – “Poco più di una settimana fa si è svolta un’assemblea degli studenti del liceo Basile-D’Aleo per scegliere se aderire al “Coordinamento Autonomo Studenti Medi” oppure alla “Rete degli Studenti Medi”.

Comincia così la lettera aperta della “Rete degli Studenti Medi di Monreale”, inviata alla nostra redazione che vuole fare chiarezza sul difficile momento vissuto nei giorni scorsi al liceo "Basile-D'Aleo", con un'occupazione prima avviata e poi conclusa a tempo di record,anche dopo l'arrivo dei carabinieri.
“La scuola ha votato - scrivono i ragazzi – e ha scelto di aderire a quest’ultima organizzazione, con un risultato plebiscitario che ha visto ottenere 251 voti contro 68.
Qualche giorno dopo su diversi giornali sono usciti articoli e video in cui si diceva che la scuola era stata occupata da una parte del corpo studentesco monrealese.
I ragazzi della “Rete degli Studenti Medi di Monreale”, preoccupati che i due fatti possano sembrare collegati a studenti, professori, genitori e chiunque altro lettore, ci tengono a fare alcune precisazioni per non far passare il messaggio (sbagliato) che l’occupazione sia stata voluta dalla propria organizzazione.
Vista la poco trasparente votazione che aveva portato a questo stato di agitazione, ci siamo subito impegnati a raccogliere le firme per garantire ai nostri compagni il diritto allo studio ed entrare in classe per seguire le lezioni, fermando così l’occupazione. Le 202 firme raccolte - che rappresentano la maggioranza assoluta della scuola – hanno sbugiardato chi, anche dopo essere stato messo in minoranza nell’assemblea precedente, ha continuato a sostenere di rappresentare la maggioranza degli studenti, dimostrando ancora una volta che le pratiche e i metodi imposti non sono condivisi all’interno della scuola.

Nonostante l’avversione condivisa nei confronti della Legge 107/2015 (meglio conosciuta come “Buona Scuola”), siamo convinti che, ad oggi, si possa continuare a lottare una battaglia contro questa idea di sistema scolastico anche attraverso modalità diverse da quella dell’occupazione. Per questo motivo, abbiamo consegnato le firme al dirigente scolastico e ai professori, manifestando la nostra intenzione di trovare una soluzione condivisa e pacifica. In seguito a ciò, il nostro rappresentante è riuscito ad ottenere il permesso di svolgere ben due “Settimane dello Studente” (dal 23 novembre al 6 dicembre) nelle quali ci stiamo impegnando ad organizzare diverse iniziative volte ad informare e formare i ragazzi su vari temi, in primis il tema del diritto allo studio e della riforma “Buona Scuola”.
Il livello del conflitto tra studenti - a cui si è arrivato non certo per volere nostro - non ha comunque impedito lo svolgimento delle prime iniziative della settimana.

L’incontro con il Sostituto Procuratore Antimafia Nino Di Matteo, la celebrazione della “Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne” e lo svolgimento del primo cineforum hanno visto una grande partecipazione e un grande interesse da parte degli studenti, nonostante durante quest’ultima iniziativa ci sia stato qualcuno che, dimostrando ancora una volta di non avere alcun intento costruttivo, abbia provato ad arrecare disturbo immedesimandosi in inascoltabili performance sonore.

Questo quanto mai inutile e infantile ostruzionismo non ci fermerà e non farà venire meno la nostra voglia di fare associazionismo e rappresentanza all’interno della scuola, ma ci spingerà sempre più a cercare di coinvolgere altri compagni attraverso una campagna tesseramento alla nostra organizzazione e far capire a questa città che “questo è l’inizio di qualcosa di grande”.
Per la prima volta, infatti, siamo riusciti a creare un gruppo strutturato, che può vantare il supporto della struttura provinciale e regionale della propria organizzazione, e che vuole crescere e far crescere i ragazzi della scuola, e che non ha alcuna intenzione di chinare la testa davanti a chi, non potendo competere sul piano dialettico, arriva anche a minacciare di spostare il confronto su altri campi”.