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“Un'altra battaglia, stavolta sostenibile”, la drammatizzazione sulla solidarietà dei ragazzi della “Veneziano”

Solidarietà, accoglienza, accettazione del diverso, dello straniero gli elementi fondanti. LE FOTO

MONREALE, 23 dicembre – Autori, sceneggiatori e attori: si sono presentati così gli alunni della prima I della “Veneziano” che hanno messo in scena per i compagni, genitori e la dirigente “Un'altra battaglia, stavolta sostenibile”, una drammatizzazione sulla solidarietà.

La manifestazione teatrale si è svolta qualche giorno fa nella palestra della scuola dove gli studenti, guidati e coordinatati da Pina Maria Cipitì, docente di italiano e storia, ma anche da tutto il consiglio di classe, hanno realizzato un'opera natalizia che avesse un significato pregnante nelle coscienze di tutti, loro per primi.
Solidarietà, accoglienza, accettazione del diverso, dello straniero sono stati gli elementi fondanti di “Un'altra battaglia, stavolta sostenibile”, animata anche da contenuti multimediali, curati dagli stessi ragazzi, nella quale i giovani talenti hanno voluto far comprendere al loro pubblico che dal confronto con gli altri, non può che ricavarsi crescita, ricchezza morale e culturale, valori intrinsechi della storia siciliana.
Il lavoro realizzato è frutto della rielaborazione del “La Chanson de Roland”, della storia di Carlo Magno e dall'uso dello spettacolo dell'opera dei Pupi Siciliani che ha permesso di familiarizzare con i paladini.
“Quest'opera ha coniugato la cultura delle nostre tradizioni popolari - ha detto la Cipitì - con l'acquisizione della consapevolezza del nostro carattere festoso e naturalmente incline a celebrare ogni occasione con il cibo in un clima di gioiosa convivialità e di condivisione; questo aspetto si è basato sul coinvolgimento delle famiglie che si sono dimostrate tutte disponibili e presenti”.
Il teatro, dunque, come elemento che: “Aiuta a migliorare se stessi, a correggere i comportamenti sbagliati, rende più sensibili e rispettosi verso gli altri” e i ragazzi della I, a loro modo, hanno parafrasato e interpretato l'iscrizione del Teatro Massimo “Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l'avvenire”.