Quanta cultura con l'Opera dei Pupi...!

Il ricordo di Enzo Rossi alla scuola Antonio Veneziano. LE FOTO

MONREALE, 18 aprile – È stato un incontro emozionante con Benedetto Rossi che ci ha introdotto nel mondo dei pupi in occasione della giornata in memoria del Puparo Enzo Rossi e della presentazione del libro “Elogio della memoria, omaggio a Enzo Rossi”.

L'aula multimediale della nostra scuola, l'”Antonio Veneziano”, ha ospitato questo appuntamento che ci ha permesso di entrare a contatto con un mondo che è distante da noi ma che ci ha affascinato. Benedetto Rossi che ha scritto il libro in ricordo di un grande Puparo, Enzo Rossi, ci ha raccontato come il padre ha dedicato tutta la vita alla costruzione dei Paladini conosciuti e apprezzati in diverse parti del mondo, perché realizzati con passione e finezza di gusto.

Appena entrati, la nostra attenzione si è subito soffermata su un Pupo da teatro alto circa un metro, rivestito da una possente armatura di alpacca e rame sagomata nei minimi dettagli; abbiamo imparato che l’aquila lavorata sullo scudo è lo stemma del Paladino Ruggero che indossa inoltre un ciniero adorno di lunghe piume blu e rosse e una gonnella di raso con fasce di colore giallo, la “faroncina”.

Dopo il saluto della Preside, Beatrice Moneti, abbiamo ascoltato con interesse la nostra insegnante di lettere, Pina Maria Cipitì, che ha raccontato di aver conosciuto il Puparo e di averne apprezzato la maestria e la pazienza nel farsi vedere all’opera nel suo laboratorio prima di offrire agli alunni uno spettacolo con i suoi Pupi. Il professore Salvatore Occhipinti ha raccontato la sua esperienza di apprendista presso il laboratorio dove lavorava Enzo Rossi che per lui è stato un modello da seguire e un maestro di vita. Entrambi ne hanno sottolineato la gentilezza, il garbo e l’amore per il lavoro.

L’autore ci ha spiegato che l’idea di scrivere un libro sul Puparo e sull’opera dei pupi a Monreale è nata dal bisogno di conservare la memoria del passato per non dimenticare le nostre tradizioni popolari. Ci ha parlato degli spettacoli e delle farse comiche in dialetto siciliano e dal filmato abbiamo visto come si muovevano i pupi manovrati dai pupari che davano pure voce ai personaggi tratti dai poemi cavallereschi di Boiardo, Ariosto, Tasso e altri.

Le storie di Carlo Magno e dei paladini Orlando e Rinaldo un tempo affascinavano il pubblico di tutte le età dagli anziani ai bambini e il filmato che ci ha fatto rivivere l’ambiente e il tempo che noi non abbiamo conosciuto è stato emozionante: il finale con le immagini del puparo è stato accompagnato dal nostro applauso. Abbiamo compreso che la giornata di oggi è indimenticabile perché ci ha fatto conoscere un aspetto importante della nostra cultura popolare che rischia di perdersi e che invece con il contributo di chi lo apprezza deve continuare a vivere tanto più che anche l’Unesco ha nel 2008 iscritto l’opera dei Pupi tra i patrimoni orali e immateriali dell’Umanità dopo averne riconosciuto l’importanza già nel 2001, ed è per noi un vanto che sia stato il primo patrimonio italiano ad essere inserito in tale lista.

Per questo noi giovani dobbiamo e vogliamo credere che, se impariamo il mestiere di Puparo e riprendiamo la tradizione, forse potremo tornare ad averlo come un lavoro vero e proprio in un prossimo futuro.