Covid, parla l’infettivologo Cascio: ''Virus più contagioso, ma fa meno danni''

Continueremo a conviverci per diversi anni

PALERMO, 19 aprile – Continueremo a convivere con il Coronavirus Sars-Cov-2 ancora per diversi anni. Ma a differenza del 2020, oggi esistono i vaccini e gli antivirali per combattere il virus. L'analisi del nuovo scenario - secondo gli esperti - dovrebbe comportare un cambio di strategia nella gestione dei soggetti positivi. E soprattutto la "riconversione dei reparti Covid alla loro iniziale funzione".

"Come è a tutti evidente - dice Antonio Cascio, infettivologo, docente universitario, primario al Policlinico di Palermo - il coronavirus SARS-CoV-2 nelle sue diverse varianti circola abbondantemente ed è assolutamente verosimile che continuerà a farlo nei prossimi anni. Fortunatamente si sta avverando quanto avevamo detto sin dall’inizio della pandemia: man mano che il virus circola diventerà sempre più contagioso e meno patogeno.

Fortunatamente - evidenzia - i vaccini hanno dimostrato la loro efficacia nel proteggere dalle ospedalizzazioni per Covid e dall’essere ricoverati in terapia intensiva e dalla morte. Di fatto, allo stato attuale il virus si comporta come un virus influenzale molto contagioso che provoca tante infezioni asintomatiche o paucisintomatiche con possibilità di severe manifestazioni cliniche fra i soggetti fragili e fra i non vaccinati. È arrivato il momento di considerare questo virus - aggiunge - come un virus influenzale. È arrivato il momento di riconvertire alla loro iniziale funzione i reparti dove oggi vengono ricoverati pazienti positivi al tampone ma senza sintomi respiratori. Questi pazienti dovrebbero essere ricoverate nei reparti specialistici per la patologia che li ha condotti in ospedale e potrebbero essere ospitati in stanze insieme ad altri pazienti positivi al tampone".

Per quanto riguarda l'isolamento di Coorte, l'infettivologo precisa che "le persone potranno assumere i farmaci antivirali in maniera tale che l’entità e la durata della loro contagiosità si riduca e che vengano prevenute le complicanze". "Altri pazienti - aggiunge - che dovessero avere avuto un contatto stretto ospedaliero con tali pazienti potrebbero assumere i farmaci antivirali come profilassi post esposizione. Ovviamente - precisa - per alcune condizioni specifiche dovranno esser fatte alcune eccezioni. Ma è arrivato il momento di cambiare strategia, l’attuale sistema crea tanti disagi a tutti i livelli (non escludendo che incrementi pure la mortalità) e con scarsi benefici".