Riceviamo e pubblichiamo...
MONREALE, 24 gennaio – Fra qualche settimana, e dopo un’attesa durata più di trent’anni, verrà finalmente restituito alla città il cinema Imperia. Dopo una travagliata e lunga fase di restauro durata più di dieci anni, con continue interruzioni e riprese dei lavori, un bene culturale diventerà fruibile per l’intera collettività monrealese.
Quando un bene culturale ritorna nella disponibilità e nella piena fruizione da parte della cittadinanza si raggiungono due scopi ben precisi: il primo da parte dell’amministrazione civica – e il sindaco e l’assessore ai Beni Culturali ne hanno dato ampiamente prova d’orgoglio sui media locali – la quale è riuscita nell’intento di far arrivare al traguardo questo importante punto programmatico; il secondo da parte della comunità cittadina, la quale avrà a disposizione un nuovo spazio di aggregazione per un ulteriore momento di crescita culturale.
E’ necessario a questo punto, richiamare, a beneficio di molti, alcuni cenni storici sul cinema Imperia. Venne edificato nei primi anni ‘50, contemporaneamente al boom dell’industria cinematografica e della frequentazione delle sale cinematografiche da parte del pubblico. Dal punto di vista del linguaggio architettonico si rifà allo stile del razionalismo italiano, intriso di un retaggio di liberty.
L’interno si presentava con una platea a piano terra e una galleria, a forma di ferro di cavallo, al primo piano con la capienza di circa 400 posti a sedere. Presenta, al di sopra della scena del palcoscenico, un affresco raffigurante il dio Apollo, dio delle Arti e della Luce, che illumina con bracieri due figure allegoriche rappresentanti la Musica e la Recitazione.
Un’altra caratteristica architettonica consisteva in quattro aperture meccaniche, oggi purtroppo abolite per ragioni di sicurezza, poste sul tetto a botte dell’edificio, che consentivano l’aerazione del locale quando era pieno e saturo (a quel tempo non esisteva il divieto di fumo nei locali pubblici).
All’inizio degli anni ’80, in seguito alla crisi che attanagliò il mercato delle sale cinematografiche sia con l’avvento della televisione a colori che, soprattutto, con la nascita delle videocassette e la proliferazione dei canali commerciali, il numero degli spettatori crollò in maniera esponenziale. Il cinema Imperia fu costretto a chiudere i battenti per gli alti costi di gestione contro uno scarsissimo introito di incassi.
Acquisito dall’allora amministrazione comunale con l’intento di farne un luogo di ritrovo culturale per la cittadinanza, rimase in uno stato di semi-abbandono per circa tre decenni. Finalmente, nell’agosto del 2012, viene siglato il contratto d’appalto con la ditta Euroservizi di Partinico, vincitrice della gara in seguito ad un finanziamento ottenuto dall’assessorato regionale alle Infrastrutture.
Oggi il restauro si è concluso e, a breve, il cineteatro Imperia ritornerà ad essere il luogo deputato alla visione di lavori teatrali, cinematografici, musicali e di danza. Il problema che si porrà, di conseguenza, agli amministratori sarà quello della gestione della sala.
Secondo il mio parere, favorito da una esperienza ultra decennale nel settore dell’industria audiovisiva, il Comune non potrà gestire il cineteatro per tutta una serie di circostanze che qui mi limiterò a sintetizzare. In primo luogo non vi sono, all’interno del personale comunale, le adeguate professionalità: innanzitutto il direttore di sala, una figura di responsabilità nella gestione della calendarizzazione degli eventi e nella gestione del personale; secondo poi il direttore artistico, colui al quale è demandata la “qualità” degli eventi da presentare al pubblico e, soprattutto, la capacità di rapportare e bilanciare qualità del prodotto con le risorse economiche in maniera tale da soddisfare le condizioni di efficacia ed efficienza; in terz’ordine, ma non per questo meno importanti, le figure degli addetti alla biglietteria, le maschere, il proiezionista, il personale di sala che fanno da corona per una equilibrata gestione della stessa.
In ultimo il direttore operativo, la figura al quale è demandato il reperimento e la gestione delle risorse economiche pubbliche e private e la predisposizione dei bilanci. In secondo luogo, poiché tutto questo “apparato” ha un costo economico non indifferente. Il nostro comune è uscito da poco dalle secche pericolose del dissesto finanziario; paghiamo ancora le conseguenze, dal punto di vista della tassazione locale, di quella sciagurata stagione e l’Amministrazione non può permettersi un ulteriore sovraccarico economico, come non può permettersi – l’attuale legislazione al momento lo impedisce – l’immissione in servizio di nuovo personale.
L’unica soluzione rimane, pertanto, la gestione esterna.
L’amministrazione, dopo aver effettuato una indagine di mercato e individuato i soggetti in possesso dei requisiti, sia professionali che economici, per la gestione del cineteatro, assegnerà l’incarico all’azienda che avrà garantito la migliore offerta in tal senso con la stipula di un’apposita convenzione. E’ indubbio che la gestione politica del bene dovrà essere, necessariamente, pubblica, in maniera tale da garantire la fruizione a tutte le parti che lo richiederanno e, principalmente, garantire i criteri di trasparenza, economicità, imparzialità ed efficienza.
Molte amministrazioni pubbliche hanno adottato questo sistema per la gestione dei teatri comunali. Un esempio tra tutte le città di Ferrara, Treviso e Città di Castello (PG). Ci si aspetta, pertanto, dagli addetti ai lavori e dai cittadini l’adozione, da parte dell’esecutivo locale, della soluzione migliore per una piena e completa fruizione del Nuovo Cinema Imperia.
* Funzionario della Sicilia Film Commission
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