Staccato l’intonaco dalla parete. La denuncia del parroco
MONREALE, 6 ottobre – Appena il tempo di festeggiare San Francesco, Patrono d’Italia. Poi la “bravata” di tre ragazzini è tornata a deturpare l’esterno della chiesa omonima, con l’intonaco della parete che è stato staccato.
A denunciare il fatto è il parroco, don Andrea Palmeri, che sottolinea come non sia la prima volta che il muro venga preso di mira dai giovani vandali. “In maniera per loro del tutto goliardica – dice il sacerdote sul suo profilo facwebook – si sono lanciati l'intonaco che hanno staccato dal muro della chiesa. Un muro che già diverse volte per diverse mani giovanili è stato distrutto.
Io sono sempre dalla parte dei giovani e proprio perché sono dalla loro parte chiedo a questi tre ragazzi di venirmi a trovare in parrocchia per farci una chiacchierata sul bene comune, sul rispetto delle cose che sono di tutti e penso anche per scusarsi con la comunità che vive questa parrocchia, in caso contrario mi troverò costretto ad andare a sporgere denuncia presso il comando dei carabinieri. Chiaramente abbiamo il video di quanto successo – conclude – Mi dispiace anche un'altra cosa: chi è passato, ha visto e se ne è andato senza dire una parola”.
Sulla vicenda interviene il consigliere comunale Ignazio Zuccaro: “L'ombra lunga dell'inciviltà si è nuovamente allungata su Monreale – fa sapere Zuccaro – La Chiesa di San Francesco, scrigno di storia, arte e fede, è stata colpita da un inqualificabile atto vandalico che ne ha deturpato le mura esterne. Si tratta di un gesto che non è solo un reato, ma una profonda ferita inferta alla sensibilità di una comunità intera: la facciata, è stata ridotta a una tela per la stupidità distruttiva di ignoti.
La chiesa di San Francesco – prosegue – on è una semplice proprietà privata. È un bene comune, un monumento che appartiene alla storia di Monreale e al suo patrimonio culturale. Danneggiare le mura esterne di un edificio di tale valore non è una bravata, ma un attacco diretto alla memoria storica. È un atto di ignoranza e di disprezzo che tradisce un fallimento educativo e civile. Al danno estetico e morale si aggiunge il costo economico per il ripristino. Ma il danno più grave resta quello morale. La vista di quelle deturpazioni genera sdegno e un senso di impotenza nei fedeli e nei cittadini che, quotidianamente, si impegnano per mantenere vivo e dignitoso il tessuto sociale e urbano. Di fronte a questo degrado, non possiamo e non dobbiamo limitarci alla condanna. È necessario un impegno collettivo e costante.
Il vero restauro non è solo la pulizia delle mura, ma il restauro del senso civico – conclude Zuccaro – La bellezza e la sacralità della Chiesa di San Francesco devono essere difese con la forza dell'unità e della condanna unanime. Non permetteremo che l'inciviltà prevalga sulla nostra storia. Mi associo all’appello di Padre Andrea, a cui personalmente mando la mia vicinanza e do la mia collaborazione”.