Palermo, droga al Borgo Vecchio: smantellata un’ampia rete di spaccio

Decine i soggetti tratti in arresto con l'operazione "Push Away": dal “grossista” al pusher

PALERMO, 28 settembre – Con l’operazione “Push Away” la Polizia di Stato ha smantellato, nel corso delle ultime ore, una capillare rete dello spaccio, attivo sulle strade del quartiere di Borgo Vecchio.

Decine i soggetti tratti in arresto dai poliziotti del Commissariato “Centro” che nella mattinata odierna, con il coordinamento della Squadra Mobile di Palermo, hanno eseguito a loro carico un’Ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip presso il Tribunale di Palermo. Gli stessi dovranno rispondere a vario titolo del reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, nonchè di produzione, traffico e detenzione di stupefacenti.


Le indagini condotte dagli agenti e coordinate dalla Procura della Repubblica -Direzione Distrettuale Antimafia, si sono sviluppate attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici ed al contempo di tecniche di investigazioni tradizionali; a partire dal 2017, hanno documentato centinaia di episodi di cessioni di Hashish e Marijuana ed hanno radiografato la vita di alcune zone del quartiere Borgo Vecchio, dove, con allarmante semplicità, era possibile reperire stupefacente su strada.
Le investigazioni hanno consentito di delineare l’esistenza di un’associazione a delinquere di spacciatori, composta da tre livelli verticistici e tra loro comunicanti, strumentali al funzionamento della stessa, che operavano sotto l’egida della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio: collettori con grossisti, confezionatori/rifornitori di pusher e pusher. E’ stata messa in luce l’esistenza di un forte vincolo associativo tra i sodali, testimoniato dall’esistenza di una cassa comune, dalla rigorosa ripartizione di ruoli in seno all’organizzazione, dall’uso di un linguaggio criptico con cui chiamare la droga e dall’esistenza di “regole” ed indicazioni con la codifica addirittura di vere e proprie sanzioni per chi “sgarrasse”.


E’ emerso, inoltre, in corso di indagine, nel contesto delle due coppie di coniugi che gestivano lo smercio di droga, anche il ruolo di rilievo assunto dalle mogli, “ragioniere” dell’associazione, deputate alla “logistica” e, all’occorrenza, capaci di “bonificare” velocemente l’ambiente domestico quando fosse ipotizzabile un controllo delle Forze dell’Ordine. Da rilevare, inoltre, come i nuclei familiari non si facessero scrupolo di utilizzare anche minorenni, per trasportare la droga.