Jesus Christ Superstar, un celebre musical d’inchiesta

Mi sarò triturato gli attributi, ma non mi stancherò mai di rivedere questo musical americano che fin dal suo esordio al cinema ed in tv, ha scatenato riflessioni a 360 gradi sulla storia, la vita, l’agiografia e la meravigliosa leggenda del nostro Gesù di Nazareth.

Interrogarsi sui contenuti devastanti del celebre musical, è un dovere deontologico, morale, storico e scientifico per tutti gli intellettuali, scrittori, vaticanisti e gente comune che hanno a cuore la biografia del nostro Cristo Redentore. E’ un nostro obbligo morale esprimere liberamente le nostre idee per commentare anche un musical visto e rivisto da milioni di uomini e donne. Personalmente, sarò schietto, nudo e crudo, ho visto e rivisto almeno trenta messe in onda di questa Love Boat americana figlia del nichilismo esistenziale contemporaneo. Ho sorbito la visione del musical, dotandomi di bicarbonato ed un buon digestivo, per restare imparziale sul manufatto cinematografico. Oggi 13 aprile, giornata di pasquetta in tempi di pandemia virale, sono ritornato sul luoghi e i dialoghi del celebre musical, per esprimere finalmente un mio giudizio storico, estetico, letterario, antropologico e culturale sull’opera filmica e televisiva.

A primo approccio, dopo tanti lunghi anni, ho sfiorato l’idea che il musical fosse sommariamente un Gay Pride di ottima rifinitura estetica, di legittima rivisitazione dei Vangeli Cattolici, di estrema provocazione del senso comune della nostra fede e della figura di Cristo. Erode viene rappresentato come il top dell’orgoglio gay americano ed ho condiviso, Caifa è rappresentato come una transgender ed ho condiviso, Ponzio Pilato è il governatore gay più lecchino di Cesare e sa di essere in torto marcio, affidando la crocifissione di Gesù ad una folla di trogloditi, senza futuro, sfruttata fino all’osso ma vuota come la città di Mina Mazzini. Gesù, tra disperazione interiore e profonda tristezza, è l’unico vero uomo senza se e senza ma. Tutto sommato Gesù conosce il disegno del Padre Celeste, il libero arbitrio assegnato ad ogni creatura vivente ed il ruolo nefasto della puttana Moira dei nostri destini, ovvero il principio infame della casualità, che spesso stronca la vita di giovani creature innocenti.

Giuda, nel mio giudizio critico, è la creatura più innocente del musical perché ha amato inverosimilmente Gesù e lo ha tradito per esigenze di copione storico, creato, ad usum delphini, da tante autorità ecclesiali nella storia infinita della nostra chiesa. Tutto sommato ho tentato di fare una carrellata dei miei giudizi estetici sul Musical più popolare del nostro micro-cosmo. Continuerò imperterrito a professare il mio “Vangelo Secondo Salvino” ultimo libro pubblicato nel 2018 e non mi stancherò mai di pregare, almeno per tre ore quotidiane, il mio Gesù ed il mio Padre Celeste. Pregare non deve essere un’abitudine, ma un bisogno essenziale della nostra spiritualità.
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