Grande successo sabato sera per il convegno sulla storia del SS.Crocifisso

Collegiata piena per un argomento sempre al centro dell’attenzione dei monrealesi. LE FOTO

MONREALE, 25 aprile - Che quando il protagonista è il SS. Crocifisso a Monreale e tutto si ferma, per dar posto a quel volto di ineffabile amore che rapisce ogni nostra attenzione, la cosa poteva sembrare in partenza una “scommessa” già vinta.

Ma quando sabato sera alle ore 21 la Collegiata si era già tutta riempita allora l’inevitabile trepidazione dell’attesa si è sciolta davanti a quella risposta pronta e commovente del devotissimo popolo monrealese.
Alla gradita presenza dell’arcivescovo mons. Michele Pennisi, che ha voluto condividere un momento così alto e importante, il Convegno dal titolo Il Miracoloso Santissimo Crocifisso di Monreale: documenti, immagini, inchiostri d’amore e di misericordia, si è aperto con i saluti di mons. Antonino Dolce, vicario generale e di Valentino Mirto, presidente della Confraternita del SS. Crocifisso, ideatore e promotore instancabile dell’iniziativa in collaborazione con l’Archivio Storico Diocesano di Monreale.

Gli interventi dei relatori, dalla storica Amelia Crisantino, all’archivista Anna Manno, al cultore di storia locale Giovanni Filingeri, agli stessi don Giuseppe Salamone, rettore del Santuario della Collegiata e don Giovanni Vitale, vicedirettore dell’Archivio Storico Diocesano, hanno tutti concordato e offerto ai presenti di apprendere, direttamente dalle antiche carte del preziosissimo archivio storico del Santuario, la grandiosità di questo arcivescovo-pastore venuto dalla Spagna, mons. Girolamo Venero, a cui si deve, tra le innumerevoli opere per la città di Monreale, la fondazione della Collegiata, il senso e la nascita del culto al miracoloso SS. Crocifisso e delle celebrazioni di ringraziamento che si tengono annualmente nella cittadina normanna il 3 maggio.

Nella prima relazione, la storica monrealese Amelia Crisantino ha presentato ai convenuti l’importanza dell’estesa e ricca arcidiocesi di Monreale all’inizio del XVII secolo, parlando sulla vita e sulle abitudini nell’allora Città-Stato fino al 1622, anno in cui mons. Girolamo Venero, trentesimo arcivescovo e signore di Monreale, celebrò per la sua Chiesa diocesana un sinodo, stampato a Monreale nel 1623. Nell’ultima delle cinque sezioni di questo sinodo, ha affermato la storica, l’arcivescovo affrontò l’antica rivalità fra il clero secolare e i benedettini con la fondazione di una Collegiata chiamata a sopravvivere lungo i secoli.

La rigorosa e precisa ricostruzione storica e cronologica del periodo della peste, dell’instancabile e straordinario episcopato di mons. Venero, improntato tutto sulla perfetta congiunzione di azione, fede, amore e carità a servizio del suo popolo, ha restituito nuova linfa vitale a quella che è la nostra memoria storica. L’archivista Anna Manno, anch’essa monrealese, collaboratrice fin dalla prima ora del prof. Giuseppe Schirò nel riordino di diversi archivi ecclesiastici della nostra arcidiocesi ed in particolare dell’Archivio Storico Diocesano, con manoscritto alla mano, ossia il Quinterno della Deputazione della Sanità, istituita dallo stesso prelato spagnolo, ha ripercorso l’origine, le cause e la datazione esatta di quando la peste si infiltrò a Monreale nei primi di marzo del 1625. Le vittime del terribile morbo furono solamente 273, mentre nella vicina città di Palermo la popolazione fu decimata. La processione per le strade cittadine, voluta dallo stesso Venero in quell’Anno Santo Giubilare del 1625, fu fatta l’11 aprile, quando il Crocifisso fu portato in Cattedrale fino al 19 aprile, ossia al sabato successivo.

Due verbali di questo manoscritto, in maniera particolare, sono degni di essere riportati: quello del 14 aprile 1625, nel quale si apprende che l’arcivescovo Venero mobilitò il popolo in data 11 aprile 1625 ad una solenne processione del SS. Crocifisso per chiedere la fine del flagello, ed il provvedimento della riunione del 30 aprile dello stesso anno quando il Venero insieme ai deputati decretò “per ogni strata si faccia foco et luminarie, in honore del Sanctissimo Crucifixo, incominciando da questa sera per tre sere continue, et che li deputati delli quartieri debiano ordinare in ogni strata ci siano almeno tre fochi et luminarie, et similmente si faccia nel lazzaretto”. Si è potuta cogliere tutta la paternità del Venero, messa in luce e sottolineata dalla relatrice archivista, nel semplice ma profondo gesto di volere rendere partecipi dei primi festeggiamenti anche coloro che ancora si trovavano in degenza nel lazzaretto.

Il rettore del Santuario, il monrealese don Giuseppe Salamone, ha presentato il manoscritto originale del rituale della “Calata dei Veli” voluto dallo stesso Venero che lo fece musicare, in onore al Crocifisso, dal Maestro di Cappella del Duomo Sebastiano La Vega. Grazie al lavoro archivistico iniziato a settembre dello scorso anno e proseguito in questi mesi è stato possibile anche effettuare la comparazione tra il rituale del Discoperiendi descritto nelle Costituzioni del Venero, del 6 giugno 1625, e l’inedita notizia riguardante l’attestazione della presenza del settimo velo, che copriva insieme agli altri il SS. Crocifisso, notizia ritrovata nel registro della visita alla Collegiata voluta dal cardinale Giudice nel gennaio del 1710 e custodito nell’Archivio Storico Diocesano.

I legami identitari del culto al Crocifisso nelle comunità di Monreale e Montelepre sono stati presentati da Giovanni Filingeri, cultore di storia locale e già studioso delle pregevoli carte custodite nell’archivio della Collegiata. Il Filingeri con acuta puntualità ha affermato che la presenza dei Canonici di Monreale in Mongilebri è documentata già nel 1705, quando su ordine del cardinale Francesco Giudice eseguirono la sacra visita pastorale nella Chiesa Madre di Montelepre, dove era stato eretto l’altare dedicato al SS. Crocifisso.
Don Giovanni Vitale in conclusione di serata a partire da alcune scoperte archivistiche permesse attraverso la ricerca e lo studio dell’antica documentazione, si è soffermato sul valore fondamentale dell’archivio della Collegiata sede della memoria e della storia religiosa della cittadina normanna. Una storia ancora da approfondire e riscrivere apportando le dovute correzioni ed integrazioni nei libri sulla Collegiata e sul SS. Crocifisso e in alcuni siti web che il più delle volte riportano notizie evidentemente non storiche, falsando le origini e la storia della tradizionale festa della Città di Monreale. Il “Grazia, Patruzzu Amurusu” nel cuore dei monrealesi si alimenta e si fonda sulle testimonianze scritte trasmesseci dai nostri padri, da qui l’accorato appello a vigilare e prendersi cura delle antiche carte.

Una tale operazione culturale non può prescindere dalla conoscenza di questi patrimoni della collettività che sono gli archivi, conoscenza che si tramuta in dovere e responsabilità di tutela, conservazione, restauro dei documenti e di valorizzazione, come ha sottolineato nel saluto finale mons. Pennisi, che si è soffermato sull’importanza della memoria della comunità religiosa e civile.
Al termine del convegno è stato proiettato il video con le immagini di alcuni documenti accostati a foto dell’odierno culto. Il momento è stato vissuto con emozione e con un sentito e prolungato applauso che ha suggellato ancora una volta, ciò che nel passato si scriveva, si viveva e si voleva tramandare alla comunità cittadina e religiosa monrealese.
La mostra fotografica dei documenti archivistici sarà esposta dal 30 aprile al 7 maggio al Collegio di Maria.

Le foto della Gallery sono state realizzate da Massimo Palmigiano