Ho voluto incontrare caparbiamente e con un pieno di Amore e Sincronia dei valori spirituali e culturali un grande sacerdote missionario ed utopista inverosimile, pronto a donare la propria vita per il riscatto socio-culturale di popoli in ritardo con l’appuntamento della nostra civiltà di progresso e civiltà spirituale.
Non amo fare siparietti borghesi, prima di fare l’exploit con le verità storiche che racconterò in questo omaggio sincero al primo ed unico ambasciatore di cultura nella Monreale dei mitici anni 60. Certamente non potrei nascondere il cielo con un dito, dilungandomi troppo a lungo nel mio articolo odierno.
Giuro che è da tanto tempo che non scrivo su MonrealeNews.it di mio fratello Enzo Ganci, Direttore del quotidiano letto dai Monrealesi, Palermitani ed Amici delle Frazioni. Enzo Ganci mi rintraccerebbe anche all’inferno, quando non ha mie notizie da 30 giorni.
Prima di avventurarmi a scrivere questa nuova favola fantastica, ambientata in un paesino della Sicilia sito a pochi chilometri dalla mia splendida Monreale, rendo omaggio e faccio un solenne chapeau ai Fratelli Grimm trascrittori di favole, a Wolfgang Goethe che ha trascritto la favola del Flauto Magico in soave poesia ed all’inglese Robert Browning che narrò per primo la storia di un suonatore di piffero magico, che liberò su incarico del Borgomastro di Hamelin, in Bassa Sassonia, la città dai ratti, al suono del suo strumento.
Ho dovuto superare le correnti gravitazionali, descritte con convinzione dal mitico Franco Battiato nella sua meravigliosa Cura; ho dovuto mettere a bordo ring il più grande fenomeno involutivo della Società Moderna, ovvero, il maledetto “ Narcisismo Patologico” nell’Epoca del Covid19 e della Solidarietà.
Questa storia che vi racconto è una favola che origina il contrappunto satirico farsesco e paradossale, rispetto alla vita quotidiana salata e carissima, traendo ispirazione dal mitico baccalà della nostra quotidianità.