• Prima pagina
  • L'opinione
  • La politica, il fondamentale ruolo degli organi di informazione e la responsabilità degli elettori

La politica, il fondamentale ruolo degli organi di informazione e la responsabilità degli elettori

fumetto di Michele D'Amico

MONREALE, 9 agosto – Le elezioni regionali sono ormai alle porte. Il voto è un atto relativamente semplice, ma anche un atto che traduce con immediatezza le preferenze dei singoli elettori. Con il voto gli elettori esprimono preferenze di grande importanza, il candidato che dovrà essere eletto, ovvero il governo che dovrà essere insediato. I cittadini siciliani il 5 novembre saranno chiamati a eleggere il presidente e la coalizione che dovrà governare in Sicilia nei prossimi cinque anni.

 

Sia subito chiaro: da parte di chi scrive, non uscirà mai una parola, una frase sull'operato del governo regionale in carica il cui mandato scade proprio alla vigilia delle elezioni regionali. E ciò fondamentalmente per due ordini di ragioni: la prima, la più importante, è che i siciliani formano un popolo storicamente intelligente e in loro c'è la netta consapevolezza di sapere discernere se il governo in carica ha governato per la Sicilia e i siciliani o se, al contrario, dall’esercizio di governo ne ha tratto un uso strettamente personale e di parte. La seconda nasce dalla convinzione che discutere dell'azione politica messa in campo dal governo in carica significherebbe scadere al medesimo livello politico di chi ha governato nell'ultimo quinquennio.

Tale convinzione assume ancor più cogente valore nella consapevolezza che se una nuova compagine intende proporre un programma politico del tutto nuovo, che non abbia nulla in comune con il programma realizzato dal governo in carica, farebbe bene a ignorarlo tanto i risultati ottenuti dall’azione politica di quest’ultimo sono riscontrabili ovunque e visibili anche a coloro che non vogliono deliberatamente vedere. Il ruolo esercitato dagli organi di informazione, di carta stampata e online, nella formazione delle coscienze popolari, sulla formazione di un qualsiasi governo, è dirompente. Lo è anche in termini di diffusione, agli elettori, delle nuove compagini politiche, dei loro programmi e delle idee che desiderano mettere in pratica.

Sia subito chiaro: non esiste alcun obbligo giuridico che costringa alcun organo di informazione a diffondere i programmi delle compagini politiche che si contendono il governo, nel caso delle regionali del 5 novembre prossimo, della Regione Sicilia. Tuttavia esiste un comportamento morale non scritto che, se applicato, ridurrebbe la distanza tra chi ha mezzi finanziari e chi non possiede simili mezzi; aumenterebbe il valore conoscitivo, tra gli elettori, dei programmi politici di tutte le compagini politiche in corsa per il governo regionale; aumenterebbe di gran lunga il valore democratico e l’imparzialità degli organi di informazione. In ultima analisi si offrirebbe agli elettori la possibilità di operare una scelta di voto ancora più libera e democratica.

La motivazione che mi ha spinto a condividere un percorso politico che potrebbe porre il Movimento dei Siciliani Liberi, con il loro programma, insieme a uomini e donne che amano la Sicilia e i siciliani, che non hanno mai avuto alcun incarico politico e tantomeno varcato le soglie di un qualsiasi parlamento, risiede nella viva considerazione che il futuro non è di coloro che hanno governato la Sicilia negli ultimi venti anni, ma è di quei siciliani che desiderano affrancarsi da quei partiti che nel corso di questi anni hanno promosso logiche di spartizione di potere tendenti a soddisfare i bisogni di pochissimi a danno di un'intera collettività.

Il futuro è quindi di quei siciliani che pensano di non doversi rassegnare allo squallore cui stiamo assistendo in questi giorni. Ci riferiamo, ad esempio, a un parlamento siciliano che non ha prodotto nulla negli ultimi tre mesi, al manifestarsi di logiche meramente aritmetiche di come comporre gli schieramenti, squallore messo in scena da quei partiti che hanno condotto la Sicilia in fondo ad un baratro. Per fare sì che a novembre si possa dare vita a un nuovo corso di politica regionale necessita una campagna di sensibilizzazione, non solo nei confronti di quel 50% che ormai non va più a votare, invitandolo a ritornare ad esercitare quella sovranità che gli appartiene per Costituzione, ma anche rivolto a tutti quegli indecisi che, sebbene abbiano votato alle scorse elezioni regionali, si possano rendere conto che un nuovo corso politico in Sicilia è possibile. Ciò anche perché il futuro appartiene a tutti noi, è decisamente aperto ed esso dipende da come noi lo vediamo e da come valutiamo le possibilità di cambiarlo andando a votare.

Tutti noi elettori avremo delle responsabilità, il 5 novembre prossimo, quando lasceremo che la tendina dell’urna elettorale si chiuda alle nostre spalle, saremo chiamati ad esercitare il più nobile dei diritti/doveri, quello del voto: quello sarà il momento in cui il governo in carica verrà giudicato, quello sarà il momento in cui tutti insieme decideremo il nuovo governo della Regione Sicilia. Tali responsabilità saranno ancora più grandi se nel momento di decidere il nuovo governo regionale non facessimo tesoro degli errori che abbiamo commesso ad eleggere il governo in carica e la cosa peggiore che potrebbe accaderci sarebbe se da questi sbagli non dovessimo imparare niente, tutto ciò si tradurrebbe in una grande irresponsabilità nei confronti delle future generazioni.