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Beni Culturali, in Sicilia visitatori in aumento, ma il governo della Regione tace sull’offerta culturale 2018

fumetto di Michele D'Amico

MONREALE, 4 febbraio – I dati pubblicati sulla fruizione dei siti culturali siciliani consegnano la Sicilia ai primissimi posti della classifica nazionale, nonostante gli innumerevoli e atavici problemi, che nel corso di tanti articoli ho avuto modo di segnalare e nonostante i tanti giornalisti che mai hanno avuto buon feeling con il sistema Sicilia, contendendosi la palma di miglior inquisitore.

Per numeri di visitatori, anche quest’anno, la Sicilia precede Piemonte e Lombardia piazzandosi dietro Lazio, Campania e Toscana, con un trend in aumento del 13,66% rispetto al 2016 che, tradotto in termini numerici, significa ben 500mila visitatori in più rispetto allo scorso anno, con un incremento di incasso di quasi 3 milioni di euro, ovvero in aumento del 12,42% rispetto all’incasso del 2016.

Quasi tutti i musei hanno registrato significativi tassi di crescita, ma il patrimonio archeologico è stato il più visitato: poco più dei due terzi dei visitatori si sono concentrati nell’ordine tra il Parco Archeologico della Valle dei Templi (867.833 visitatori, +32,59%), il Teatro Antico di Taormina (809.905 visitatori, +8,19%), l’Area Archeologica della Neapolis e l’Orecchio di Dionisio (649.419 visitatori, +13,63%), la Villa Romana del Casale di Piazza Armerina (344.485 visitatori), il Parco Archeologico di Segesta (334.485 visitatori) e il Parco Archeologico di Selinunte (272.254 visitatori).

Da registrare anche l’ottimo risultato del Chiostro di Santa Maria La Nuova - Duomo di Monreale, autentico gioiello costruito per volere di Guglielmo II d’Altavilla, re di Sicilia dal 1166 al 1189, famoso per i ricchi mosaici bizantini che ne decorano l’interno, che con i suoi 214.254 visitatori, con un incremento di poco più del 15% rispetto allo scorso anno, si colloca al settimo posto tra i siti più visitati della Sicilia.

Tale risultato lo dobbiamo in massima parte all'intelligenza di Antonio Purpura, ex assessore ai beni culturali, sacrificato dal governo Crocetta sull'altare di “meschini” giochi politici di spartizione di poltrone, fini a se stessi, che non hanno tenuto conto né del lavoro svolto né di ciò che esso ha saputo mettere in moto. L'ex assessore aveva saputo cogliere lo spirito delle richieste sindacali, circa il superamento del limite contrattuale sui festivi e sulle festività nazionali, sottoscrivendo un accordo che, a parità di risorse disponibili, ne prevede, ancora oggi, una diversa utilizzazione, tendente a favorire una maggiore fruizione dei siti culturali oltreché una remunerazione supplementare per i lavoratori che aderiscono a questo accordo.

L'accordo sottoscritto, ormai più di tre anni fa, ripetuto nel tempo grazie alla saggezza dell’ex Dirigente Generale, Gaetano Pennino, è un pregevole modello che coniuga il raggiungimento di un equilibrio tra quelle che sono le esigenze dell'amministrazione dei beni culturali, con una programmazione dell'offerta culturale, e le legittime aspettative dei lavoratori a percepire il giusto salario per l'attività svolta in deroga ai limiti contrattuali. Malgrado tutto il salario ai lavoratori continua ad arrivare sempre in ritardo e ciò a causa di una burocratizzazione delle procedure che il precedente governo non è riuscito a semplificare.

Ci si chiede per quali motivi le istituzioni deputate non riescano a porre l’accento, con la dovuta energia, su questa informazione circa la fruizione dei beni culturali siciliani che eleva l’immagine della Sicilia, ponendola ai vertici della classifica nazionale; sono forse impegnate altrove?

Il modello contrattuale, consolidato nel tempo, parrebbe non essere condiviso dall’attuale vertice assessoriale considerato che il nuovo assessore e l’attuale dirigente generale, non solo, non hanno ancora comunicato il programma di offerta culturale del 2018 ma hanno ritenuto di non dovere incontrare le organizzazioni sindacali per l’attività programmatica del 2018.

Purtroppo come già avevo scritto in un precedente articolo su questa testata, che gentilmente ospita ormai da anni il mio pensiero sui beni culturali siciliani, i dati sulla fruizione confermano lo scarso risultato che ha riscosso, in termini di numero di visitatori, il Museo di Aidone, nonostante la presenza della Venere di Morgantina e della Testa di Ade, due beni culturali che se allocati in altri siti culturali siciliani, facilmente raggiungibili dai mezzi di trasporto, potrebbero rappresentare un’importante risorsa per incentivare il settore turistico e dei beni culturali siciliani.

A questo si aggiunge anche lo scarso risultato ottenuto dall’area archeologica e Antiquarium di Himera, nonostante la preziosa esposizione della Phiale Aurea, un pezzo unico al mondo e dal quale non si riesce a ricavare reddito per la fruizione. Chissà, forse gli attuali vertici assessoriali sapranno dire ai Siciliani come meglio valorizzare le risorse che una storia unica e millenaria ha regalato a tutti noi e al mondo intero.