Scuola, anche gli scrutini quest’anno saranno online: vediamo come

La legittimazione resa possibile grazie alla sola firma in calce o elettronica del dirigente scolastico

MONREALE, 7 giugno – Come ogni anno scolastico, anche quest’anno, in tempo di pandemia, la fine dell’attività didattica segna l’inizio di un adempimento tanto atteso, e spesso temuto, da docenti, studenti e famiglie: lo scrutinio finale.

Nonostante la fase 2 abbia allargato le maglie delle restrizioni adottate col primo decreto del 4 marzo, il DPCM del 18 maggio ribadisce la sospensione degli incontri in presenza di tutti gli organi collegiali della scuola fino al 14 giugno, pertanto anche le operazioni relative a questo fondamentale adempimento che segna l’ammissione alle classi successive o il passaggio da un grado all’altro dei segmenti scolastici verrà effettuato con modalità telematiche.
La legittimazione della documentazione prodotta verrà resa possibile grazie alla sola firma in calce o elettronica del dirigente scolastico, una firma “forte” che garantirà, nel pieno rispetto delle disposizioni del Codice dell’Amministrazione Digitale, che tutte le operazioni connesse alla valutazione finale e agli esami del primo e del secondo ciclo si sono svolte con procedure che consentano di acquisire e conservare traccia sia delle presenze che del consenso di tutti i componenti del consiglio di classe anche se questi, di fatto, sono connessi in remoto.

Uno scrutinio, dunque, che si annuncia “bollente” non tanto per la valutazione che verrà espressa, ma soprattutto per le modalità procedurali che costituiscono un’assoluta novità rispetto all’immaginario collettivo che associa questa operazione a un tavolo attorno al quale professori e dirigente, col registro aperto davanti a loro, snocciolano voti e considerazioni più o meno positive su ogni studente.
Stavolta, invece, il tavolo sarà la scrivania di casa propria, tutti i voti saranno già stati “caricati” sul tabellone finale e le considerazioni saranno legate alla velocità della connessione o alla qualità delle immagini dei documenti condivisi sullo schermo.
Si perde, dunque, quel “pathos” che rende gli scrutini un momento di confronto, a volte acceso, su un voto, un debito, una promozione o una bocciatura, così come abbiamo visto tante volte al cinema dove vari autori, su questi adempimenti, hanno spesso imbastito storie per esaltare la passione professionale di tanti docenti (vedi, ad esempio, “La scuola” di Daniele Lucchetti). Di questa pandemia conserveremo anche questo ricordo, con l’auspicio che resti tale.