Scuola Morvillo, celebrata oggi la giornata della legaltà

Piantumato un albero di carrubo, simbolo della città di Monreale. LE FOTO

MONREALE, 21 maggio – Si è celebrata stamattina, presso l’istituto Morvillo di Monreale, alla presenza del sindaco, delle autorità locali, di don Nicola Gaglio, delegato del vescovo, e dei rappresentanti dell’Arma dei carabinieri, la giornata nazionale della legalità dedicata alle vittime di mafia.

La manifestazione, momento conclusivo del progetto di legalità dal titolo “La scienza è Vita”, ha preso spunto dagli articoli 9 e 32 della Costituzione Italiana e ha visto la partecipazione dell’europarlamentare Pietro Bartolo, importante sostenitore della tematica dell’accoglienza dei migranti, e della professoressa Italia Di Liegro, ordinario di Biochimica presso l’università di Palermo e coordinatore del corso di laurea magistrale in medicina chirurgia presso la sede di Caltanissetta.
A causa delle restrizioni previste dal protocollo sanitario, solo una rappresentanza degli alunni ha potuto presenziare alle varie fasi della manifestazione: a tutti gli altri e al pubblico esterno è stata data la possibilità di seguire in streaming la diretta sulla pagina facebook dell’istituto.

Alle 9:30 i bambini dell’infanzia, insieme agli alunni delle classi quinte di scuola primaria e ai ragazzi delle classi prime di scuola secondaria di primo grado, hanno accolto il sindaco intonando l’inno nazionale. Dopo il saluto della dirigente, Francesca Giammona, don Nicola Gaglio ha ricordato la figura del giudice Livatino la cui beatificazione è cronaca di questi giorni. Padre Gaglio ha quindi benedetto, prima di essere piantumato, il Carrubo con il quale la scuola intende onorare la figura di Francesca Morvillo, coniugando quest’albero al suo significato allegorico per la nostra cittadina ma anche al suo senso biblico dove il carrubo, insieme all’ulivo e al cedro, simboleggiano “il giusto”.
È stato compito di Alberto Arcidiacono, sindaco di Monreale, far riflettere i ragazzi sul valore e senso della parola “legalità” e sul significato più vero e profondo di un altro importante concetto, quello di “libertà”, il cui “profumo” si interiorizza sui banchi di scuola e consente di “crescere a testa alta perché solo tenendo la testa alta è più facile scorgere l’orizzonte”.
La prima parte della manifestazione si è conclusa con i bambini della scuola dell’infanzia che hanno illustrato il “Coranalibro”, un manufatto tattile da loro realizzato e, con parole semplici e pagine significative, sono riusciti a impreziosire l’evento con questo pregevole contributo.
Nel salone della scuola ha quindi avuto inizio la seconda parte della giornata della legalità, con il collegamento da Bruxelles con l’europarlamentare Pietro Bartolo che ha raccontato a una rappresentanza di ragazzi della scuola secondaria di primo grado la sua esperienza di medico a Lampedusa, del suo impegno umano e professionale dove non sono mancati momenti di drammaticità per chi vede, nell’altro, non un “migrante” ma un essere umano, una persona adulta o un bambino a cui, a volte, l’arrivo del medico arriva troppo tardi e si rimane impotenti di fronte a un dramma che da trent’anni attraversa la nostra storia.
“Il medico di Lampedusa”, com’è notoriamente denominato, è rimasto piacevolmente impressionato dall’interazione avuta con i ragazzi della scuola tanto da promettere loro un altro incontro ma in presenza.
La parola è poi passata alla professoressa Italia Di Liegro che ha voluto dedicare il suo intervento alla cognata, Emilia Cestelli Dalla Chiesa, che nei giorni scorsi è venuta a mancare.

Con parole semplici ed efficaci ha raccordato la legalità alla ricerca scientifica e all’importanza che questa riveste per il momento storico che la nostra società sta attraversando. Il dibattito con i ragazzi ha puntualizzato alcuni aspetti legati ai vaccini e ai progressi della scienza la cui ricerca non si ferma alla pandemia in atto ma percorre più strade perché tanti sono ancora i mali da sconfiggere.
L’intervento del maresciallo Maria Rosaria Lupoli e del vice brigadiere Nicolò Noto, rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, ha riportato i riflettori sulle vittime di mafia e sull’importanza dello studio e della cultura per sconfiggere questo male sociale.
La visione di due video realizzati dai ragazzi della scuola media, con le loro riflessioni e idee sul tema della giornata, ha concluso la manifestazione che, con i temi e le modalità trattate, ha quasi fatto fare un tuffo nel passato, un passato in cui “fare scuola” significava fare esperienza e dare testimonianza.
“Vorrei ringraziare pubblicamente l’Amministrazione Comunale, la Curia, l’Arma dei Carabinieri, il dott. Bartolo e la prof. Di Liegro” scrive in una nota la Dirigente Giammona, “per essere arrivati al cuore dei nostri studenti e avere dato loro emozioni e spunti di riflessione che non dimenticheranno. Un sentito ringraziamento al tecnico Pierpaolo La Torre che ha curato la regia dei collegamenti esterni. Infine, intendo ringraziare gli studenti, i docenti e tutto il personale scolastico perché questa giornata è frutto di un incessante lavoro di squadra e senza il contributo di tutti e di ciascuno sarebbe stato ben difficile parlare, oggi, di libertà e legalità”.