• Prima pagina
  • Scuola
  • Altofonte, anche la scuola ''Emanuele Armaforte'' dice no al femminicidio

Altofonte, anche la scuola ''Emanuele Armaforte'' dice no al femminicidio

Interessante incontro proposto agli studenti in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne. LE FOTO

ALTOFONTE, 28 novembre – Lunedì scorso, 25 novembre, data fissata a livello internazionale per fermare la violenza contro le donne, al grido di “Non una di meno”, le classi terze della secondaria di I grado si sono ritrovate in aula magna per assistere ad una conferenza dal titolo “L’amore malato”.

La discussione è stata introdotta dal dirigente Giuseppe Russo che si è soffermato sull’importanza del tema e su come l’educazione al rispetto della donna debba partire anche dalla scuola, soprattutto in contesti territoriali e culturali specifici.
Il tema dell’incontro nasce dall’omonimo ed ultimo romanzo di Enzo Randazzo “L’Amore malato”, scritto a più mani con Nicolò Randazzo, la professoressa Gisella Mondino e la dirigente scolastica Daniela Rizzuto e che racchiude una silloge di 23 racconti di altrettanti fatti di cronaca dal secondo dopo guerra ad oggi che hanno scosso l’opinione pubblica.
Ciascuno dei brani contiene citazioni di opere classiche come i Dialoghi di Platone e dell’Eneide virgiliana e questo ha fornito lo spunto all’insegnante Daniela Balsano, relatrice e moderatrice, di attuare un percorso dell’amore malato partendo dalla Medea di Euripide, passando per la Didone virgiliana ad arrivare alla povera Ana Maria Di Piazza, ultima vittima della follia e della perversione umana.

La professoressa si è soffermata a lungo su come non necessariamente le vittime di violenza maschile siano soltanto le povere donne uccise, che spesso le violenze degli uomini sulle donne sono tali da uccidere l’animo delle stesse pur lasciando intatto il corpo e di come sia necessaria un’educazione culturale che parta dalla scuola, che punti al rispetto dell’altro e che allontani l’idea del possesso.
L’intervento del professpre Enzo Randazzo si è incentrato sulle ragioni culturali ataviche di una Sicilia che spesso piuttosto che alla vergogna della denuncia preferisce il silenzio della violenza, in un clima di omertà ed ignoranza al quale fa da contraccolpo la bellezza storico-artistica-naturalistica della nostra terra.
Fondamentale la relazione di Gianni Ferraro, esperto in psicologia dell’adolescenza, che ha allertato le ragazze sui segnali da non sottovalutare e fornito tutta una serie di informazioni sulle reti che forniscono supporto alle donne vittime di violenza, raccontando come spesso la vergogna e la paura condannino ad una vita di abusi e violenze soprattutto in questa nostra terra di Sicilia dove talvolta manca l’appoggio persino della famiglia.


Daniela Balsano ha concluso ricordando la necessità dell’affrontare all’interno della scuola un tema così forte al pari del bullismo, della giornata della memoria, della lotta al gioco e quant’altro perché l’amore malato non è mai da sottovalutare perché il prezzo da pagare talvolta è troppo alto, talvolta è il bene più prezioso, la propria stessa vita.