La morte di Marcello Cottone, l'ennesimo dramma della solitudine

L'uomo viveva da solo nel suo appartamento di via della Repubblica

MONREALE, 22 febbraio – Ha destato profonda commozione nella comunità monrealese la morte improvvisa di Marcello Cottone, 56 anni, senza una fissa occupazione, trovato morto nella tarda mattinata di ieri all'interno della sua abitazione.

Cottone, che, pur senza continuità, lavorava come meccanico, ha concluso i suoi giorni nell'appartamento dello stabile che a Monreale tutti conoscono come il palazzo “Santino”, nella centralissima via della Repubblica.
Poco da dire sulla sua vita pubblica, se non che era conosciuto come un brav'uomo, sempre disponibile e di buon carattere. Viveva da solo, dal momento che i suoi familiari diretti erano morti da un po' di tempo. Cottone viveva un po' di rendita dopo aver ereditato dei beni. Sul suo capo, però, pendeva una grossa spada di Damocle, determinata da una patologia cardiaca ereditaria, che – non si esclude – potrebbe essergli stata fatale e se lo sia portato via.
I suoi coetanei lo ricordano fin dai tempi in cui – quando si poteva per le condizioni del traffico veicolare di allora – i bambini giocavano per strada col pallone o con la bici e a lui era stato affibbiato il soprannome di “Cico”, perchè un po' rotondetto, così come l'amico del cuore di Zagor, personaggio dei fumetti.
Il forte senso di sgomento che la scomparsa di Marcello Cottone ha provocato nella comunità monrealese è dovuto non solo al fatto in sé, per la morte prematura di un uomo ancora con tanto da vivere, ma anche al fatto che ancora una volta si consuma in città un “dramma della solitudine”. Magari si presta attenzione a tante cose futili, ma non ci accorge del vicino di casa o del parente più o meno prossimo che vive da solo e con le sue problematiche. E soltanto quando si rinviene il suo corpo privo di vita si riflette su ciò che lo affliggeva e su ciò che ne ha causato la morte.