Operai al lavoro, si abbatte l'ecomostro di contrada Cirba

Doveva essere il nuovo liceo “Emanuele Basile”, mai costruito

MONREALE, 23 febbraio – Sono in pieno svolgimento i lavori di demolizione del cosiddetto “ecomostro” di contrada Cirba, ossia lo scheletro in cemento armato di quello sarebbe dovuto essere il nuovo liceo “Basile”.

Gli operai, con i mezzi, si sono già messi all'opera per restituire ai luoghi un aspetto nettamente diverso rispetto a quello cui ci siamo abituati ormai da diversi anni. Ad occuparsi della demolizione è la “S.C.M. srl” con sede legale a Favara, provincia di Agrigento, che è la ditta incaricata di abbattere i pilastri Nello scorso mese di ottobre il Comune aveva approvato la gara d’appalto che stabiliva in poco più di 180 mila euro la somma necessaria alla realizzazione dell’opera di demolizione.

Così facendo, si ultimerà una vicenda che andava avanti, ormai, da trent’anni, da quando il comune decise di costruire in quel luogo il liceo che poi, per diverse ragioni e dopo interminabili controversie giudiziarie, non è mai stato costruito. Per demolire quei pilastri che fino ad ora hanno fatto mostra di sé la ditta favarese aveva proposto la somma di 101 mila euro, oltre agli oneri di sicurezza, più Iva, per un totale, come detto di 180 mila euro.
La macchina burocratica aveva registrato un’accelerata il 17 giugno scorso, quando la Cassa Depositi e Prestiti aveva autorizzato il comune ad una devoluzione parziale del prestito ventennale occorrente per l’integrale finanziamento dell’intervento. Il 5 luglio successivo, quindi, veniva affidato all’ingegnere Massimo Basile l’incarico riguardante la direzione dei lavori.

Il vero punto di svolta della vicenda, però, risale al settembre 2018, quando, con una clamorosa sentenza, la Corte di Cassazione aveva condannato la Icla Costruzioni, la società che avrebbe dovuto eseguire la costruzione del liceo Basile, rilevando la mancanza dell’autorizzazione da parte del comitato tecnico regionale e quindi ritenendo abusiva la realizzazione dell’opera. In quella sede il comune, difeso in giudizio dall’avvocato Mimmo Rizzuto, aveva pure ottenuto un risarcimento di circa 400 mila euro.