Festa dei Morti, che allegria al Collegio di Maria con la scuola di martorana per i bambini

L’iniziativa è stata organizzata dalla Pro Loco Monreale. LE FOTO

MONREALE, 2 novembre – Fino a qualche tempo fa la Festa dei Morti era molto sentita in Sicilia e nella nostra Monreale, era il giorno in cui anche nelle case del popolo c’erano regali per i bambini.

Secondo la credenza, che si tramandava di generazione in generazione, erano i familiari ormai trapassati che nella notte fra il 1° e il 2 novembre portavano i doni ai bambini della loro famiglia, rinnovando così il loro legame con le generazioni più giovani.
Fra i doni c’erano anche i frutti di stagione come le noci, le nespole d’inverno, le castagne e i melograni. Fra i dolci c’erano i biscotti tetù e i taralli, c’era la frutta martorana, la pupa di zucchero aveva sempre un posto d’onore e ogni elemento partecipava alla composizioni “ru cannistru”: il canestro che presentava in bella esposizione biscotti e dolciumi.

All’interno delle iniziative proposte dall’amministrazione comunale per la Festa dei Morti, la Pro Loco ha organizzato un laboratorio per la preparazione della frutta martorana pensato per bambini dai cinque agli otto anni, che ha visto la partecipazione numerosa ed entusiasta dei bambini e anche delle loro mamme.

Grazie alla partecipazione della Fondazione Greco Carlino, l’iniziativa si è svolta nella sala Millunzi del Collegio di Maria ed ha seguito una fitta scaletta: le volontarie della Pro Loco hanno narrato il significato della Festa dei Morti a Monreale, per gli adulti e per i bambini di qualche decennio fa; i disegni sulla tradizione della martorana tappezzavano una parete e la storia è stata raccontata col contributo dei bambini che già la conoscevano.

Subito dopo è cominciato il laboratorio vero e proprio, con le volontarie e le mamme a impastare la farina di mandorle e i bambini a utilizzare le formine che poi avrebbero loro stessi colorato. Un laboratorio vero e proprio. A conclusione, una merenda con le torte preparate dalle volontarie e i dolcetti “ru cannistru” che per un momento ci riporta a quella che la Pro Loco ha definito “la tradizione più dolce”.