Far west e botte da orbi, sospesa Jato-Pioppo di calcio a 5

Necessario pure l’intervento del 118 e della Polizia

PALERMO, 5 novembre – Mancavano solo Bud Spencer e Terence Hill. Poi, per il resto, c’erano tutti: Chuck Norris, Arnold Schwarzenegger e pure Sylvester Stallone. Tutti inaspettatamente su un campo di gioco, tutti all’interno di una palazzetto dello sport.

Almeno questo sembrano mostrare le immagini giunte ieri dal Paladonbosco di Palermo, che trasmettevano la partita di calcio a 5 tra l’Asd Jato e il Pioppo Futsal, valevole per la 6^ giornata del campionato di Serie C2 (Girone A).
Le immagini, tempestivamente occultate dagli addetti ai lavori (anche se inutilmente, perché già opportunamente salvate e diffuse attraverso centinaia di smartphone e quindi diventate presto virali), mostrano ciò che si è verificato al minuto 37’ della contesa, quando per motivi che sono in corso di accertamento, ma che – ovviamente – non possono prescindere da una tensione probabilmente già accumulata, oltre che da una buona dose di assurda follia, è scoppiato a dir poco il finimondo. Scene da apocalisse, che sono la negazione non solo dello sport (e fin qui passi), ma anche e soprattutto del vivere civile.

Botte da orbi, scene da far west in un crescente delirio collettivo. Proprio come siamo abituati a vedere al cinema. Con la sola, grande, differenza che al cinema è pura finzione. Ieri, invece, le botte erano vere, con tanto di gente gonfia, che ha dovuto far ricorso alle cure dei sanitari del 118 giunti sul posto. Se si aggiunge che è stato necessario pure l’arrivo di alcune volanti della Polizia, si capisce che il bilancio finale assomiglia più al dispaccio di Vittorio Veneto del 1918, che ad un referto di una gara sportiva.

Il tutto alla presenza di numerosi bambini ai quali le scene di ieri serviranno da valido insegnamento e anche di tante donne, che (cosa peggiore) le immagini raccontano come soggetti che hanno avuto un ruolo, piccolo o grande che sia, in questa brutta contesa.
Impossibile e soprattutto inutile stabilire di chi sia la colpa: chi ha cominciato e chi ha proseguito. La scintilla innescata si è propagata talmente tanto, che ricostruire la sequenza di ciò che è successo risulta praticamente impossibile.

Da appassionati di sport e di calcio a 5 in particolare, queste righe le scriviamo con la morte nel cuore e per puro dovere di cronaca, sapendo che non è certo la prima volta che ciò accade e – temiamo, purtroppo, nemmeno l’ultima. Era impossibile, però, girarsi dall’altra parte e non assolvere al diritto/dovere di cronaca che ci concede e ci impone la nostra professione.
Così come, certamente, non potrà girarsi dall’altra parte l’arbitro della partita, cui toccherà il non invidiabile compito di refertare il tutto e trasmettere gli atti al comitato regionale. A quel punto la palla passerà nelle mani di quest’ultimo che, attraverso il giudice sportivo o addirittura della Procura Federale, dovrà emettere dei provvedimenti disciplinari che se non fossero pesanti ed esemplari sarebbe uno scandalo.

Sembrerebbe un controsenso, infatti, condurre delle giuste ed opportune battaglie per lo sviluppo di questo sport e per il suo svolgersi secondo parametri di correttezza e di sportività e poi far passare in cavalleria scene da guerriglia urbana come quelle di ieri.

Nota a margine: ci aspettiamo nette e decise prese di posizione che stigmatizzino l’accaduto anche dai colleghi della stampa (o presunti tali) che per molto meno in un passato recente, come Caifa nel Sinedrio, si erano strappati le vesti ed avevano (soprattutto a sproposito) puntato il dito, anche contro la luna. Sarebbe una bella pagina di coerenza, accanto ad una brutta, imbrattata e spiegazzata di antisportività e di barbara inciviltà.