Altofonte, questione trasporti. L’ex assessore Castellese: "È possibile ripristinare gli abbonamenti”

Giuseppe Castellese

“Dall’amministrazione De Luca una scelta miope”

ALTOFONTE, 27 settembre – E’ sempre la questione abbonamenti per il trasporto extraurbano a tenere banco ad Altofonte. Un argomento molto sentito in paese, dal momento che coinvolge più di 400 studenti, che, da quando l’amministrazione comunale, per esigenze di bilancio, ha deciso per una drastica riduzione dello stanziamento economico, difficilmente potranno usufruire della gratuità, garantita fino allo scorso anno scolastico.

La vicenda continua ad essere molto dibattuta ed il faccia a faccia tra il comitato dei genitori e l’amministrazione De Luca ha fatto maggiore chiarezza, anche se per la soluzione la strada sembra ancora irta e tortuosa. Sulla questione oggi è arrivato pure il contributo autorevole di Giuseppe Castellese, vicesindaco della passata amministrazione, quella a guida Nino Di Matteo, nella quale rivestiva anche la carica di assessore alla Pubblica Istruzione.
Nella sua nota Castellese ricorda come lo scorso anno il costo del trasporto scolastico extraurbano per circa 440 studenti, che da Altofonte si recavano a Palermo o in altri comuni vicini per continuare gli studi superiori, abbia raggiunto la cifra di circa 223.000 euro. “Il bilancio 2016 approvato durante l’amministrazione Di Matteo – scrive l’ex vicesindaco – aveva previsto l’intera somma, appostando nel pluriennale per il 2017 e per il 2018 la previsione di 180.000 euro. Tale previsione nel bilancio pluriennale dell’ente ha permesso di garantire gli abbonamenti agli studenti fino allo scorso mese di maggio.

Il bilancio adottato dalla giunta De Luca, per quanto è possibile capire dalle dichiarazioni ufficiali, riduce tale cifra per l’anno in corso a quanto già speso per i primi 5 mesi dell’anno e pensa di garantire per gli ultimi 3 mesi del 2017 solo un rimborso di 30.000 euro con delle modalità molto discutibili
La cosa più grave, però, è stata quella di avere azzerato tale previsione nel bilancio pluriennale 2018-2019 – prosegue Castellese – sostituendola interamente con una somma, oltretutto ridotta drasticamente (si parla di un taglio di circa l'85% e quindi di una somma di circa 30.000 euro), appostata interamente come contributo piuttosto che come acquisto abbonamenti. Questo significherà scordarsi, almeno fino all’approvazione del bilancio del prossimo anno, gli abbonamenti gratuiti per gli studenti come previsto dalla legge regionale sul diritto allo studio.

Adesso, considerando 55.750 euro, di fatto la somma che occorrerebbe reperire per garantire a tutti gli studenti, l’abbonamento gratuito sarebbe soltanto di 25.750 euro, in quanto i rimanenti 30.000 euro dovrebbero essere già previsti in bilancio sotto forma di contributi ed occorrerebbe soltanto spostarli, con un emendamento in fase di approvazione, alla voce acquisto abbonamenti scolastici. Fare una manovra di 25.750 euro, in un bilancio di oltre 6 milioni di euro, non è una cosa impossibile, ma richiede scelte consapevoli ed un lavoro certosino di ricognizione di tutti i capitoli per reperire possibili economie da spostare, anch’esse con un emendamento al bilancio in fase di approvazione; senza disdegnare l’ipotesi (anzi) di una intensificazione della lotta all’evasione fiscale
Quello a cui abbiamo assistito è stata una scelta miope – tuona l’ex vicesindaco – perché il taglio degli abbonamenti si tradurrà in una ulteriore riduzione dei trasferimenti regionali che comprendono anche il rimborso di queste somme, ma soprattutto lede un diritto di tutti i giovani a poter continuare gli studi superiori a prescindere dalla situazione economica delle famiglie.

L’aver previsto, inoltre. con il regolamento di dare un contributo minimo e l’aver legato questo stesso alla regolarità nel pagamento dei tributi è (oltre che incostituzionale e non conforme alla legge) di una illogicità unica, perché non garantisce né maggiori entrate per poter usufruire del contributo, né il diritto allo studio proprio per quelle fasce più deboli della popolazione. L’amministrazione De Luca, invece, ha sottovalutato tutto ciò, e quando si è accorta del danno non ha cercato di porre rimedio immediatamente, ma si è arroccata in questa scelta cercando in tutti i modi di giustificarla, arrivando persino a paventare, in caso di mantenimento degli abbonamenti gratuiti, danni al bilancio e necessità di innalzare altri tributi. Ha fatto quello che da sempre fanno le politiche di destra e conservatrici che cercano di dividere e contrapporre i diversi interessi sociali delle fasce più deboli della popolazione per ridurre i diritti.

Per rimediare il primo passo consiste nella revoca del regolamento approvato con deliberazione del Consiglio comunale del 28 agosto 2017, perché senza questo passo un emendamento che trovi le risorse da spostare alla voce abbonamenti scolastici avrebbe il parere negativo degli uffici, in quanto quel regolamento rappresenta un atto di indirizzo e di regolazione della materia, a cui gli uffici stessi devono attenersi.
Tolto questo macigno si possono apportare le modifiche al bilancio di previsione in fase di approvazione, senza essere bloccati dal parere negativo e senza chissà quali problemi al bilancio stesso, come ho già detto prima.
La successiva azione amministrativa non può fermarsi solo a questo. Occorre continuare a chiedere, anche attraverso l’Anci, di avere rimborsate al cento per cento le somme spese dal Comune per gli abbonamenti scolastici, così come prevede la legge. Occorre soprattutto, ora che la Città Metropolitana dovrebbe cominciare a fare i primi passi, chiedere che Altofonte rientri in un nuovo assetto della mobilità pubblica, apportando le opportune modifiche alle concessioni ed alle linee, ma, soprattutto, creando una sinergia tra le diverse modalità di trasporto che consenta a tutti i cittadini di Altofonte di potersi spostare da e verso la città senza utilizzare a tutti i costi i mezzi privati, ma potendo usufruire di un sistema di trasporto pubblico efficiente.
L’alternativa – conclude Castellese – è quella di richiedere subito la convocazione di un referendum propositivo per ottenere quanto già illustrato in questo articolo, qualora l’amministrazione continui a non voler ascoltare.
Ci sono ancora i tempi tecnici per raccogliere le circa 900 firme necessarie per poter convocare la consultazione referendaria per il prossimo 5 novembre, in occasione delle elezioni regionali, non gravando, così, con ulteriori spese, sulle casse comunali”.