Che sia un Natale di solidarietà e di sobrietà

fumetto di Stefano Gorgone

Carissimo direttore,
probabilmente molti di noi hanno avuto modo di visitare i luoghi della Terra Santa e ricordano le interminabili file dei pellegrini provenienti dai Paesi più lontani per accedere nella chiesa del Santo Sepolcro e negli altri luoghi sacri.

Ricorderanno anche l'emozione provata nel constatare l'intensità della preghiera di tanti giovanissimi ebrei ortodossi dinanzi al Muro del Pianto, un luogo capace di meravigliare e raccontare un passato affascinante. Oggi questi luoghi sono deserti, senza luci, senza albero, né pellegrini e con ogni probabilità lo saranno per lungo tempo. Gran parte dei territori della Palestina, ma anche nel cuore dell'Europa come in Ucraina, sono diventati un campo di battaglia, nient'altro che un cumulo di macerie fumanti, un cimitero a cielo aperto per migliaia di vittime civili, soprattutto donne e bambini.

E' uno scenario cupo e desolante dove sembra definitivamente tramontata l'umana compassione, dove si diffonde sempre più un'atmosfera carica di odio e la vendetta ha preso il sopravvento sul dialogo, sull'amore e sul perdono.
Anche il recente Rapporto Censis, nel presentare la fotografia del nostro Paese, racconta di un popolo sonnambulo ed ansioso, impaurito dalle guerre, dai cambiamenti climatici, dalla crisi economica, incapace di ricercare soluzioni di lungo periodo, di affrontare la complessità del momento storico che stiamo vivendo.

Non ci sono parole idonee per esprimere il proprio dolore di fronte alle atrocità dei conflitti in corso nel mondo o di fronte al ripetersi di fatti terribili come il femminicidio, ma non si può restare indifferenti, non si può fare come se niente fosse.
Con l'approssimarsi delle festività siamo chiamati a riscoprire il valore più autentico e spirituale del Natale che ci richiama alla solidarietà, alla fraternità e ci invita ad alimentare uno spiraglio di luce nel buio più assoluto del nostro tempo, a tenere accesa la speranza nel futuro dell'umanità.

Nel nostro piccolo siamo chiamati alla sobrietà e alla gratuità nel rispetto di coloro che sono vittime della violenza e della guerra a qualunque Paese esse appartengano, a credere sempre più in un mondo più umano, a non rinchiuderci in un orizzonte ripiegato su di sé, ma a sperimentare che è possibile convivere anche tra le differenze, per scoprire ed apprezzare la profondità, la bellezza, l'unicità della varie culture. Dobbiamo essere capaci di abbassare le barriere che ci separano dagli altri, di mettere in campo iniziative che si prendano cura delle diverse forme di povertà, impegnarci affinché il Santo Natale porti il dono della pace, luce e calore nel cuore di coloro che vivono nell'incertezza e nell'angoscia affinché la convivenza umana sia un valore da salvaguardare.