A seguire è stato presentato il libro di di Francesca Benedetta Russo, figlia del militare. Presente anche l'arcivescovo di Monreale, Gualtiero Isacchi
CORLEONE, 20 agosto – Stamattina alla presenza delle autorità si è tenuta a Ficuzza la commemorazione dell’assassinio del tenente colonnello dei carabinieri Giuseppe Russo e del professore Filippo Costa, che si trovava con lui al momento dell’agguato mafioso in cui entrambi persero la vita. Era il 20 agosto del 1977 e il colonnello Russo, comandante del nucleo investigativo di Palermo dell’Arma, e l’amico insegnante morirono per mano mafiosa.
Ai piedi della stele commemorativa, oggi, alla presenza dei familiari e, tra gli altri, del sindaco di Corleone, Nicolò Nicolosi, del generale Rosario Castello, comandante della legione carabinieri di Sicilia e dell'arcivescovo di Monreale, Gualtiero Isacchi, sono stati deposti una corona di alloro e un mazzo di fiori. Al termine della cerimonia è stato presentato il libro “Ma il mio destino è vivere balenando in burrasca. Storia di un’antica Signora” di Francesca Benedetta Russo, figlia del militare dell’Arma medaglia d’oro al valor civile.
La sera dell’omicidio, il colonnello Russo aveva appena accompagnato a casa la figlia, che all’epoca aveva 9 anni, dopo un pomeriggio trascorso in un bar di Ficuzza. Il tenente colonnello dei carabinieri era uno strettissimo collaboratore di Carlo Alberto dalla Chiesa. Le sue indagini erano di quelle che oggi verrebbero definite scottanti: il caso Mattei, l'avanzata della cosca corleonese, gli affari che ruotavano intorno agli appalti, ad esempio quello della diga Garcia. Mario Francese, giornalista del Giornale di Sicilia assassinato nel 1979, aveva preso spesso spunto dal lavoro di Russo per le sue inchieste. L’ufficiale ha ricevuto 16 encomi solenni. Il 24 settembre del 1990 è stato insignito della medaglia d’oro al valor civile per il suo impegno e l’elevata capacità professionale.