Impegnata, inoltre, l'amministrazione a presentarsi entro 90 giorni per spiegare i propri intendimenti
MONREALE, 18 dicembre - Il Consiglio comunale di Monreale si unisce ai tanti della Sicilia, che – ciascuno nel proprio paese – stanno chiedendo a gran voce la stabilizzazione del personale precario negli Enti locali. Nell'ultima seduta, tenutasi giovedì sera, il Consiglio ha votato all'unanimità un ordine del giorno con il quale chiede che il rapporto dei lavoratori passi a tempo indeterminato andando in direzione del superamento della normativa statale e regionale che blocca le spese relative alle assunzioni negli Enti locali, compreso lo sforamento del patto di stabilità.
L'ordine del giorno chiede che vengano garantite a tutti le 24 ore lavorative. Frattanto si chiede alla Regione di continuare a mantenere gli impegni in termini di erogazione di contributi per il mantenimento dei contratti in essere per gli anni futuri e di "blindare" le risorse destinate agli Enti Locali in un nuovo capitolo dedicato ai precari, diverso dall'attuale fondo unico per il precariato, tale da garantire sicurezza e autonomia. Il documento chiede pure di riconoscere per il periodo di utilizzazione antecedente la loro stabilizzazione i diritti previdenziali e contributivi.
A Monreale il Consiglio, su indicazione del Partito democratico ha aggiunto un impegno specifico diretto all'amministrazione a guida Di Matteo, chiamata a presentarsi entro il termine di 90 giorni per comunicare il suo operato e la programmazione per arrivare alla stabilizzazione, ma anche per spiegare il suo intendimento sulla riorganizzazione dei servizi e della pianta organica. L'amministrazione in tutto questo dovrà prevedere lo stanziamento delle somme per la stabilizzazione dei precari nonché spiegare cosa intenderà fare rispetto alla sentenza del tribunale per la stabilizzazione degli ex lsu. Cioè prevedere l'accantonamento delle somme nel bilancio. Chiesta pure la programmazione per la stabilizzazione a 36 ore ed infine la razionalizzazione e risparmio delle spese attraverso la gestione in house, quindi con i precari, dei servizi che oggi incidono sul bilancio in modo troppo pesante.