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Spaccio di droga a Falsomiele, padre e figlio in manette

 

Lucio e Francesco Mancuso sopresi dai carabinieri della stazione Villagrazia

PALERMO, 31 gennaio – A Falsomiele padre e figlio sono stati arrestati per spaccio di droga. E’ avvenuto nel week-end a Palermo, quando i carabinieri della Stazione Villagrazia unitamente a personale della Compagnia Intervento Operativo del 12° Battaglione Carabinieri di Palermo, nell’ambito di un delicato servizio antidroga nel rione, noto tra le piazze di spaccio della periferia cittadina, hanno tratto in arrestato padre e figlio, entrambi palermitani, sorpresi con dosi di “Cocaina e Hashish”, pronte per essere spacciate al dettaglio.

Lucio Mancuso, 59 anni e Francesco Mancuso, 25 anni, già sottoposto alla misura dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, padre e figlio, devono rispondere dell’accusa di detenzione e spaccio di cocaina suddivise in 89 dosi per un totale di grammi 75, ed hashish suddivise in 41 pezzi per un totale di grammi 60.
Gli investigatori dell’Arma, predisponevano un delicato servizio di non facile fattibilità nel quartiere di Falsomiele, tristemente noto per l’alta concentrazione di soggetti dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti e consumo, finalizzato al contrasto del dilagante fenomeno.
I Carabinieri intorno alle ore 15 circa, avevano modo di notare Francesco Mancuso, che indossava un giubbotto nero e pantalone in tuta di colore nero, già noto alle forze dell’ordine in atteggiamento guardingo, mentre era intento ad armeggiare nei pressi del motore esterno di un condizionatore posto sulla parete di uno stabile di Largo dello Storno, che insiste su via del Cigno.

Il giovane, veniva dunque visto, avvicinarsi al succitato motore del condizionatore, prelevare con le mani un involucro di medie dimensioni, per poi riporlo all’interno dello stesso, allontanandosi di qualche metro. Tali procedure si ripetevano in un paio di occasioni, per poi cedere un qualcosa a compiacenti acquirente che si allontanavano subito.
Avendo dunque fondato motivo di ritenere che vi era in atto un’attività di spaccio e che nei pressi del motore esterno del condizionatore di via del Cigno fosse stata occultata della sostanza stupefacente, si decideva di intervenire. Francesco Mancuso, nel frattempo si era allontanato facendo perdere le tracce.
I carabinieri, dopo aver suonavano al campanello dell’abitazione della famiglia Mancuso ed avuto la presenza della madre, alla richiesta della presenza del figlio questa riferiva che lo stesso non era in casa, ma che si sarebbe subito prodigata al rintraccio dello stesso via telefono. Avuto accesso al condominio, i militari si apprestavano a salire al terzo piano, quando sentivano il rumore della chiusura di una porta e il rumore di passi sulle scale. Al terzo piano, vi era Lucio Mancuso, padre di Francesco, sulla rampa delle scale che dal suo appartamento porta al solaio sovrastante, segnatamente provato innanzi la porta di accesso alla terrazza/solaio. Il padre, in evidente stato di agitazione e con affanno, riferiva che si era appena portato al piano superiore per effettuare una telefonata, atteso che a suo dire all’interno dell’abitazione non vi era campo. Lo stesso veniva reso edotto che si doveva procedere ad una perquisizione dei locali.

Al piano superiore veniva rinvenuta, poggiata su una catasta di mattoni, una scatola da scarpe in cartone, al cui interno erano custodite 89 dosi preconfezionate in buste di cellophane, tutte chiuse con nastro adesivo di colore verde e nero, il tutto sottoposto a sequestro.
I militari dell’Arma, contestualmente recuperavano l’involucro occultato all’interno del motore esterno del condizionatore, mentre Francesco Mancuso spontaneamente si presentava presso la caserma dei Carabinieri Villagrazia confermando l’addebito e che all’interno degli involucri in cellophane era presente sostanza stupefacente del tipo cocaina, pertanto dichiarati in arresto per detenzione e spaccio di sostanza stupefacente.
Dell’avvenuto arresto la competente Autorità Giudiziaria, disponeva la traduzione degli arrestati presso il proprio domicilio in attesa di essere giudicati con rito direttissimo, conclusosi nella giornata di ieri con la convalida degli arresti. Per il padre, Lucio, il Gip ha disposto la misura cautelare dell’obbligo di firma in caserma, pertanto rimesso in libertà, mentre per il figlio Francesco, la misura cautelare degli arresti domiciliari.