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Licenziato per aver chiesto un aumento, tenta il “cavallo di ritorno”: adesso è ai domiciliari

Angelo Ciro, 25 anni, ha ammesso l’addebito: “L’ho fatto per bisogno”

PALERMO, 13 agosto – Sarebbero state le condizioni di estremo bisogno a convincere Angelo Ciro a mettere in atto i suoi propositi estorsivi nei confronti del titolare dell’azienda nella quale lavorava. Di questo si è convinto il Gip Molinari che al giovane 25enne palermitano ha concesso i domiciliari.

Il giovane nei giorni scorsi era stato arrestato dai carabinieri della stazione Oreto di Palermo con l’accusa di estorsione pluriaggravata per aver tentato il cosiddetto “cavallo di ritorno”, cioè una richiesta di denaro al legittimo proprietario per la restituzione merce rubata.
I fatti dicono che la vittima, un commerciante di Palermo che lavora nel settore delle piscine, in poco più di un mese aveva subito una serie di furti.
I ladri avevano svaligiato sia i magazzini della ditta che l'abitazione, con un danno complessivo di circa 15mila euro. L'uomo, nei giorni successivi alla denuncia del furto, sarebbe stato avvicinato da un ex dipendente, appunto Angelo Ciro, che avrebbe ricevuto la proposta di rientrare in possesso di quanto gli era stato rubato, dietro pagamento di tremila euro. Nell'occasione, secondo quanto riferito ai carabinieri, il commerciante sarebbe anche stato minacciato dal giovane: se non avesse tenuto la bocca chiusa, avrebbe passato nei guai, gli avrebbe staccato la testa, bruciato la casa, i magazzini ed i camion.
Raggiunto l'accordo con Angelo Ciro , all'appuntamento per il pagamento si sono presentati i carabinieri che, appena avvenuto lo scambio, hanno fermato Ciro. Il giovane avrebbe ammesso ai militari di essere l'autore del furto , ma di non essere più in possesso della merce. A seguito della perquisizione dell'auto di Ciro, i carabinieri hanno rinvenuto una roncola con lama di 29 centimetri e uno zaino contenente vari attrezzi provenienti dal furto. Il giovane è stato arrestato e rinchiuso nel carcere Pagliarelli di Palermo in attesa della convalida.
Nel corso dell'udienza di convalida innanzi al Gip, Angelo Ciro, assistito dall’avvocato Alessandro Musso, ha ammesso l' addebito spiegando che era stato spinto dallo stato di bisogno, considerato che dopo tre anni di lavoro alle dipendenze occasionali del commerciante, senza mai essere messo in regola con un paga di 25 euro al giorno, era stato licenziato solo perché aveva avanzato la richiesta di aumento della retribuzione e la regolarizzazione lavorativa, in considerazione del fatto che fosse padre di due bimbi in tenera età.
Il giudice per le indagini preliminari convalidava l'arresto, rigettava la richiesta di custodia cautelare in carcere formalizzata dalla procura della repubblica ed accoglieva la richiesta del difensore della misura degli arresti domiciliari, in relazione alla incensuratezza, giovane età e stato di bisogno.