"L'amore per Manzoni" nel primo appuntamento con "Un libro illumina i percorsi dell'anima"

Ieri la lettura di Mariella La Rosa de "I promessi sposi". LE FOTO

MONREALE, 14 novembre - "Mi innamorai del Manzoni a 14 anni", così esordisce la professoressa Mariella La Rosa inaugurando il laboratorio di "lettura espressiva" "Un libro illumina i percorsi dell'anima" organizzato dall'Associazione Mons Realis incentrato sul 34^ capitolo de "I Promessi Sposi".

L'autorevolezza, la competenza l'amore che la professoressa La Rosa ha per l'autore e per il suo magistrale romanzo traspaiono da ogni inflessione della sua voce e da ogni espressione del suo viso riuscendo pienamente nell'intento di coinvolgere i presenti in un vortice di sentimenti, emozioni, raffinatezze sintattiche e stilistiche che hanno reso la "Morte di Cecilia" e la tragedia di tanti corpi colpiti e devastati dalla peste un "lutto condiviso" che tutti inconsapevolmente "vedevamo" in quel momento.

Il narratore, motore principale, demiurgo, ma ancora di più coscienza dell'intero romanzo si è trasformato attraverso la voce della nostra Prof nel nostro diretto interlocutore fornendoci tutti gli strumenti necessari a ricercare un barlume di pietà cristiana e di consolazione in mezzo al dolore immenso creato da una piaga terribile come la peste.

La rappresentazione della città infernale ai nostri occhi, con corrispondenze non casuali e per ferma intenzione dell'autore, si trasforma in un luogo purgatoriale, dove la tristezza è mista al conforto e il gioco di rimandi tra protagonista, narratore e lettore crea, in ciascuno di noi, l'illusione di essere al centro della scena, inconsapevoli anime inermi in balia dell'unico depositario della verità che è e resta il narratore.

La madre di Cecilia ci viene mostrata come una figura esemplare come se giungesse da una sfera superiore e, già prima di parlare si avvolge di un senso di spirituale regalità, riuscendo ad essere capace di sottrarsi alla generale degradazione. La bambina è "tutta ben accomodata, co' capelli divisi sulla fronte, con un vestito bianchissimo, come se quelle mani l'avessero adornata per una festa promessa da tanto tempo, e data per premio" e ci rapisce attraverso un "tocco divino" che innesca in noi compassione e dolore.
Insomma un'esperienza unica! Della quale ringrazio la "Mia Prof." alla quale sarò sempre grata per avermi insegnato a coniugare Amore e Cultura.