Pagamento ritardato dell’Iva causato dalla irregolarità dei versamenti dei Comuni: assolta Lea Giangrande

Per l’ex presidente dell’Ato “il fatto non costituisce reato”

MONREALE, 28 febbraio – I Comuni non pagavano o pagavano con forti ritardi. Il versamento ritardato dell’Iva, quindi, era imputabile a questo fatto. Sono queste, in sintesi, le motivazioni che hanno portato il tribunale di Palermo ad assolvere Lea Giangrande, ex presidente dell’Alto Belice Ambiente.

La formula assolutoria, determinata “perché il fatto non costituisce reato”, è stata pronunciata dal giudice Sabrina Argiolas, appartenente alla prima sezione penale del Tribunale di Palermo, che ha accolto le tesi difensive della Giangrande, rappresentata in giudizio dagli avvocati Giuseppe Botta e Piero Capizzi.
L’ex presidente della società d’ambito dell’Ato Palermo 2 era stata rinviata a giudizio (svolto col rito ordinario) poiché aveva versato l’Iva con ritardo rispetto ai termini previsti, che hanno come scadenza il 27 dicembre dell’anno successivo rispetto a quello di riferimento.

La difesa, però, avvalendosi anche di prove testimoniali e di consulenza tecniche, ha sostenuto in aula che i ritardi nei pagamenti Iva erano determinati da quelli con cui i Comuni versavano la quota loro spettante. Ritardi, o in alcuni casi, addirittura, mancati pagamenti, che hanno determinato una situazione finanziaria sempre peggiore per l’ente preposto al servizio di smaltimento rifiuti, che si è conclusa, come è noto, col fallimento dichiarato dal tribunale il 23 dicembre del 2014.
Avveniva, in pratica, che con le cifre che erano in cassa a malapena e con regolarità per nulla cadenzate, si riuscivano a pagare gli stipendi dei dipendenti, ma non le tasse, che venivano pagate nel momento in cui c’era la disponibilità economiche. Il giudice, pertanto, ha optato per la buona fede e per le oggettive difficoltà della Giangrande, assolvendola dal reato fiscale che le era stato contestato.