Rapina in casa di un pensionato, monrealese patteggia condanna a 2 anni e 3 mesi

Giovanni Sciurba, 26 anni, ha ammesso di aver fatto parte della banda

PALERMO, 19 novembre - Il 23 ottobre del 2012 partecipò a Palermo ad una rapina in casa, assieme al figlio della vittima, portando via 700 euro, più orologi, gioielli ed oggetti di valore. Per questo è stato condannato a 3 anni e 2 mesi il monrealese Giovanni Sciurba, 26 anni, incensurato. La sentenza è del Gip Nicola Aiello, di fronte al quale si è svolto il processo, dopo che Sciurba ha patteggiato, facendo, pertanto, un'ammissione. Il giovane monrealese, peraltro, si trova già in stato di detenzione dal settembre scorso per aver partecipato alla rapina in casa di una signora di Sferracavallo la sera del 6 marzo 2012, dopo aver sfruttato la collaborazione di una complice, che si era introdotta in casa della vittima con uno stratagemma. In quel caso Giovanni Sciurba, era stato incastrato dalle telecamere di un esercizio commerciale posto di fronte la casa della vittima, assieme ai complici Andrea Bruno 36 anni, Antonino Vassallo 38 e Giulia Guercio 53. Per quest'ultima vicenda i provvedimenti di arresto erano stati emessi dal GIP presso il Tribunale di Palermo, Marina Petruzzella ed erano scaturiti dalle indagini condotte dal sostituto procuratore della Repubblica, Francesco Grassi, insieme ai militari della Compagnia di San Lorenzo. 

Per i fatti di adesso,invece, Sciurba ha ammesso i fatti, che si svolsero in casa Ribaudo il 23 ottobre 2012, nella zona di via Sciuti. In questo caso, secondo quanto è emerso dalla indagini condotte dagli agenti del commissariato Libertà, Sciurba avrebbe picchiato il padrone di casa, un dipendente regionale in pensione, per farsi dire dove teneva il denaro e gli oggetti di valore. Tutto questo lo avrebbe fatto con l'aiuto di Salvatore Scarlato suo complice e, cosa più brutta, di Giovanni Ribaudo, figlio della vittima, che gli aveva facilitato l'ingresso in casa, facendo finta di essere stato immobilizzato. Una volta in casa, Sciurba e Scarlato legarono padre e madre con del nastro adesivo, facendosi svelare il posto dove le vittime tenevano gli oggetti, portando via tre orologi Zenith, un Omega, due orologi da taschino, le fedi nuziali della coppia, tre anelli d'oro, due anelli con pietre e due carnet di assegni.