Un anno fa la strage al largo di Lampedusa: l'Italia ricorda le vittime

L'appello di Papa Francesco: "Aprite le porte del cuore"

LAMPEDUSA, 3 ottobre - A un anno dalla strage al largo delle acque di Lampedusa, si ricordano i 366 migranti africani: uomini, donne, bambini, morti nel naufragio del barcone che avrebbe dovuto condurli in Italia. Alcuni superstiti e familiari delle vittime, contattati dal "Comitato 3 ottobre" e dall'associazione "Borderline-europe-de" e provenienti in massima parte del nord e centro Europa, sono stati accolti dalle istituzioni e supportati da centinaia di poliziotti, psicologi e volontari.

Sono tornati sull'isola carichi della speranza di poter almeno deporre un fiore sulla lapide dei loro congiunti. I meno sfortunati, infatti, grazie al ritrovamento dei cadaveri, al book di foto ed ai dati identificativi messi a disposizione dal prefetto Vittorio Piscitelli, commissario straordinario del governo per le persone scomparse, avranno la possibilità di procedere l'identificazione dei cadaveri e versare una lacrima su un tomba. Tutti però e specialmente chi non vuole rassegnarsi all'idea che il mare sia diventato una fossa comune per i migranti che non sono riusciti a raggiungere le coste italiane, cercano indistintamente verità e giustizia.

Nel frattempo, in Vaticano, Papa Francesco ha ricevuto una cospicua delegazione di superstiti manifestando loro il suo conforto e la solidarietà della Chiesa e con grande emozione ha lanciato un forte appello alla collettività:"Chiedo a tutti gli uomini e donne di Europa che aprano le porte del cuore. Voglio dire che sono vicino a voi, prego per voi, prego per le porte chiuse perche' si aprano".
I sommozzatori delle Capitanerie di Porto collocheranno oggi sul fondo del mare, accanto al relitto, una lapide con le impronte delle mani dei sopravvissuti e dei soccorritori.