Rifiuti, l'esigenza di fare chiarezza una questione non più rinviabile

Infuriano le polemiche, ma tutti vogliono che sia fatta luce

MONREALE, 6 febbraio – Le posizioni sono spesso molto distanti l’una dall’altra, ma su una cosa tutti sono d’accordo: sull’Ato, sulle cause del suo fallimento, sul perché abbia accumulato 76 milioni di debiti occorre fare chiarezza ed individuare tutte le responsabilità. Costi quel che costi.

A dirlo, in questi giorni, sono stati in tanti. Tutti concordi nel sottolineare che chi ha condotto l’Ato verso il baratro è giusto che paghi e che paghi salato. L’esigenza di un “repulisti” l’hanno sottolineata tutti: a cominciare dall’assessore regionale Vania Contrafatto, che aveva assicurato l’impegno della Regione per individuare le responsabilità amministrative, proprio qualche ora prima che dalla sede dell’Ato di via Regione Siciliana non sparissero computer e carte varie.

Oggi, frattanto, si conclude (lavorativamente parlando) una settimana importante nella quale, al di là delle polemiche, la cosa più importante è il mandato che l’assemblea dei sindaci ha conferito al presidente della Srr, Filippo Di Matteo di “interloquire” con la curatela fallimentare, per arrivare all’affitto o alla cessione di un ramo d’azienda dell’Alto Belice Ambiente. Un fatto concreto, che necessita di impegni altrettanto concreti da parte di tutti e che potrebbe indicare la strada per ricollocare i 276 dipendenti che attendono risposte e le attendono presto. Lo stesso Di Matteo, sempre per restare nel tema delle indagini e della chiarezza, in Consiglio comunale ha affermato di avere risposto a due interrogatori da parte della Procura, dopo le denunce da lui stesso presentate

In settimana il problema era stato ampiamenti dibattuto in un acceso Consiglio comunale, nel quale anche i dipendenti hanno avuto la possibilità di dire la loro. Ieri, dopo la lunga “requisitoria” in aula consiliare, il sindaco Piero Capizzi ha ribadito l’esigenza di fare luce su tutto quello che ha condotto l’Ato nella fossa.

“E' arrivata l'ora di dire basta agli sprechi ed alle inefficienze che quotidianamente si registrano nella gestione del servizio di ritiro e smaltimento dei rifiuti, nonostante l'alto numero di addetti – ha detto il sindaco in una nota - Questa emergenza, che sta creando un danno di immagine alla nostra citta’ - ha aggiunto, prendendo le distanze dal passato - non dipende certamente dalla mia amministrazione che sta pagando lo scotto di decenni di cattiva e clientelare gestione. Da quando mi sono insediato ho chiesto ripetutamente atti e documenti per capire come si fosse arrivati a questa situazione fallimentare ma non mi è stato mai consegnato nulla dagli uffici dell’ATO.

In questo momento – ha concluso il primo cittadino – l’unica soluzione è garantire il passaggio dei lavoratori alla societa' di scopo ma è chiaro che vigileremo e staremo attenti affinché nella nuova societa' non si ripetano tutti i gravi errori che sono stati commessi nel passato. Chiedo, infine, ai cittadini collaborazione per superare insieme un periodo critico, facendo quanto più differenziata possibile per ridurre i costi”.

Una posizione, quella di Capizzi che non ha trovato d’accordo il consigliere comunale, Marco Intravaia (Vivi Monreale), che punta il dito contro “certa politica”.

“Il sindaco dichiara – ha detto Intravaia – che la politica non ha responsabilità per quanto accaduto, ma che le colpe sono soltanto gestionali, arrivando ad asserire che piuttosto che “portare nel fosso” i lavoratori, la politica li ha resi dipendenti dell'Ato. Io credo, invece, che se ci troviamo in questa situazione la colpa è di “certa” politica monrealese che ha avallato assunzioni incontrollate, avanzamenti di carriera spropositati e noli esagerati.

“Non dobbiamo più demandare ad altri entri la responsabilità – ha concluso il consigliere – di fare chiarezza, lo scaricabarile pesa soltanto sulle spalle dell'anello più debole della catena, cioè i lavoratori. Penso che nessun governo cittadino dell'ultimo quindicennio possa chiamarsi fuori, motivo per cui, con maggiore convinzione, come già ha auspicato l'assessore regionale Contrafatto, sollecito l'accertamento e l'emersione di tutte le responsabilità, ad ogni livello, di qualsiasi natura esse siano: azioni o omissioni. Chi ha sbagliato deve pagare”.

Chi al fioretto preferisce il machete è Francesco Troia, portavoce cittadino del Pdr, che reputa “gravissime” le dichiarazioni di Capizzi, soprattutto quelle che fanno riferimento alle anomalie all’interno dell’Ato per quel che riguarda assunzioni e passaggi di livello dei dipendenti.

“Nel periodo in cui Capizzi rivestiva la carica di presidente del Consiglio comunale – scrive Troia - il dottor Salvatore Gullo era sindaco di Monreale mentre la di lui moglie era presidente dell’ ATO PA 2. Capizzi fa riferimento all’Amministrazione Gullo? In quel periodo numerose sono state le assunzioni per chiamata diretta. Le stesse assunzioni che ora denunzia e di cui fa finta di non sapere. Le stesse assunzioni che hanno causato un notevole aumento dei costi di gestione dell’ATO PA 2 e cha hanno obbligato i cittadini a pagare una tassa esorbitante a fronte di un servizio inefficiente. La domanda sorge spontanea: I lavoratori servono solo in occasione delle campagne elettorali? O quando, impotenti, innanzi un’emergenza igienico sanitaria senza precedenti, li si manda a lavorare privi di qualsiasi tutela ed in violazione delle più elementari norme del diritto del lavoro?”.