Amarcord: quando il SS.Crocifisso si salvò dall'incendio

L'episodio successe trent'anni fa. Decisivo l'intervento di cinque giovani

MONREALE, 17 maggio - A due settimane esatte dall'ultimo "viaggio" del Santissimo Crocifisso per le strade di Monreale, quando si è spenta ormai l'eco della festa, è giusto ricordare un episodio che ha già trent'anni, che ha rischiato di distruggere il simulacro del Cristo in Croce.

Forse non tutti ricordano ormai, considerato che sono passati tre decenni, l'incendio che aggredì il Crocifisso, mentre questo stazionava, come di consueto, nel "cappellone" della chiesa della Collegiata. Un episodio che fece molto scalpore e che, ove mai ce ne fosse stato bisogno, ingigantì ulteriormente la devozione dei monrealesi dei confronti del Crocifisso e soprattutto l'idea di quanto questo fosse "miracoloso". Il simulacro, infatti, mentre tutto intorno andava a fuoco, rimase "miracolosamente" illeso.

Il fatto fu ricordato con una testimonianza scritta a firma del parroco di allora della Collegiata, il compianto monsignor Lorenzo Bertolino, conservata ancora da Piero Intravaia, storico cultore del Crocifisso e della devozione a lui legata.
Era venerdì 1° marzo 1985, quando, intorno alle 20, probabilmente per un corto circuito, prendeva fuoco il tendaggio del cappellone che custodisce il Crocifisso.

"Mentre le fiamme si sprigionavano da ogni parte - scriveva monsignor Bertolino in una lettera ai cittadini - e distruggevano tutte le strutture circostanti, danneggiando anche la croce, fra lo spavento e le grida terrificanti dei numerosi fedeli presenti alla funzione, la sola venerata immagine rimaneva prodigiosamente illesa, mentre veniva staccata dalla parte da cinque coraggiosi giovani, i quali non riportavano alcuna minima ustione, mentre su questi e sull'immagine cadevano a brandelli le stoffe di velluto infiammate e bruciava da ambo le parti il legno che faceva da doppia parete di sostegno alla croce".

Vale la pena ricordare i nomi di quei giovani, anche grazie al cui rapido intervento si deve il salvataggio del Crocifisso: Giuseppe Lo Presti, Marco Arena, Mimmo Arena, Antonio Macaluso, Nicola Prestifilippo e Francesco Cascino.

Quel giorno la notizia dell'incendio si diffuse rapidissimamente in città. Oltre ai Vigili del fuoco, sul posto accorsero l'arcivescovo di allora, monsignor Salvatore Cassisa, il sindaco Zino Demma, i carabinieri. La chiesa si riempì di fedeli in men che non si dica di confratelli e fedeli e tutti, con grandissima commozione, gridavano: "L'immagine del Crocifisso è salva".
Quell'anno monsignor Bertolino dedicò il giorno del 1° maggio nella "Giornata di ringraziamento e di ringraziamento e di riparazione".