Non diffamò il collega dell’Asp, assolto il veterinario monrealese Paolo Ingrassia

Adesso è lui che accusa e punta il dito contro sette esponenti dell’azienda sanitaria di Palermo

PALERMO, 30 maggio - Era stato accusato di diffamazione, ma viene assolto e adesso è lui a passare al contrattacco e far tremare i vertici dell’Asp 6, che nel frattempo lo avevano rimosso dall’incarico di direttore di Sanità animale dell’azienda.

La persona in questione è Paolo Ingrassia, veterinario monrealese, che come riporta Repubblica Palermo di oggi, in un articolo a firma di Giusi Spica, è stato assolto con formula piena dall’accusa di aver diffamato il collega Angelo Todaro del quale aveva segnalato il mancato possesso dei requisiti a ricoprire il ruolo di responsabile temporaneo dell’unità di Igiene degli alimenti. Sull’argomento si era già pronunciato il ministero della Salute, che il 2 marzo 2017 affermava che Todaro non aveva i titoli per essere nominato direttore di Igiene degli alimenti, ruolo che ha ricoperto per due mesi e mezzo, percependo anche lo stipendio da direttore.
Todaro, al quale era stata trasmessa, forse indebitamente, la denuncia di Ingrassia, non aveva digerito la “segnalazione” del collega e per questo lo aveva accusato di diffamazione. Accusa che adesso è caduta.
Ingrassia, frattanto, aveva subìto un provvedimento disciplinare perchè aveva presentato la sua denuncia che evidenziava i mancati requisiti del collega, poi rivelatasi fondata, su carta intestata dell’Asp e per questo aveva subìto un provvedimento disciplinare, concretizzatosi in una nota di censura.
Adesso, dopo l’assoluzione dall’accusa di diffamazione, il provvedimento disciplinare a carico di Ingrassia è stato revocato e le parti si sono invertite. Il veterinario monrealese diventa l’accusatore, tanto che la procura di Palermo ha aperto un’inchiesta che punta la sua attenzione sul manager Antonio Candela, sull’ex direttore sanitario Giovanna Volo e su altri cinque componenti dell’ufficio disciplinare per abuso d’ufficio e altri reati.
Si tratta del segretario Angelo Sorci perché hanno trasmesso a Todaro la denuncia di Ingrassia), l’avvocato Giorgio Li Vigni e i dirigenti Giuseppe Buttafuoco, Luigi Lo Giudice e Maria Tomasino (indagati per abuso d’ufficio).
Sotto inchiesta per falsità ideologica anche Angelo Todaro, che ha dichiarato di essere in possesso dei requisiti per fare il direttore dell’unità di Igiene degli alimenti ma è stato smentito dal ministero.