Allarme dell'Ance: in Sicilia l'aggiudicazione degli appalti è una lumaca

Meno della metà delle gare concluse entro il primo anno

PALERMO, 10 gennaio - Dal 2006 in Sicilia le gare d'appalto vengono aggiudicate entro i primi dieci mesi dell'anno successivo al bando in meno della meta' dei casi, mentre delle altre non si ha l'esito in tempi ragionevoli. Risulta da uno studio dell'Ance Sicilia sui bandi pubblicati a partire dal 1999, anno in cui furono 2.380 e ne vennero aggiudicati 1.897 mentre per 426 non si ebbe notizia dell'esito entro ottobre dell'anno dopo.

Nel 2012 sono state bandite appena 334 gare (-85% rispetto al '99) e solo 155 sono state aggiudicate entro i primi dieci mesi del 2013 (46,4%), un incanto e' stato annullato o sospeso e degli altri 178 (ossia il 53,3%) alla data del 31 ottobre scorso non si sapeva nullaLa ricerca mettendo a confronto anche gli importi, che nel 1999 totalizzarono un miliardo e 477 milioni di euro (le gare aggiudicate valevano 1,2 miliardi).

I bandi del 2012 mobilitano appena 488 milioni, dei quali 215 aggiudicati e 271 non aggiudicati. "La percentuale delle gare finite nel limbo della lentezza burocratica, se fino al 2005 si era mantenuta entro il 35%, dal 2006 e' schizzata in avanti di almeno dieci punti, attestandosi ad oltre il 50% ai giorni nostri: 44,6% nel 2006, 45,6% nel 2007, 49,6% nel 2008, 46,7% nel 2009, 51,7% nel 2010, 59,7% nel 2011 e 53,3% nel 2012", rileva l'Amnci regionale, il cui presidente, Salvo Ferlito, parla di "un degrado inesorabile della pubblica amministrazione che ha effetti devastanti sulle imprese del settore edile e sul bisogno di sviluppo infrastrutturale della Sicilia: da un lato l'incapacita' di utilizzare le risorse disponibili e di mettere in gara i progetti pronti; dall'altro il mancato impegno a portare rapidamente a termine le aggiudicazioni.

Di fronte a questa gravissima realta' -prosegue Ferlito- il mondo delle imprese chiede un'immediata assunzione di responsabilita' e un intervento nei confronti delle pubbliche amministrazioni omissive". Il presidente dell'Ance invoca dunque "una vera riforma della macchina amministrativa che introduca criteri di efficienza senza se e senza ma. Una risposta va data e urgentemente, non solo alle imprese".