Scuola, aumenta il costo dei libri di testo e corredo scolastico

La BCE taglia di dieci punti base i tassi di interesse

ROMA, 5 settembre – Mancano pochissimi giorni all'inizio del nuovo anno scolastico e con la riapertura delle scuole arriva l'ennesima stangata per le famiglie italiane che dovranno mettere mano al portafogli per acquistare libri, zaini, quaderni e corredo scolastico per i loro figli.

Al rientro dalle vacanze, per quei pochi che son potuti partire, si prospetta subito, infatti, l'importante appuntamento con l'esercizio del "Diritto allo studio", sancito dalla nostra Carta Costituzionale all'articolo 34 e che comporta notevoli - e talvolta anche insostenibili - aggravi di spesa per le tasche di molti. Si va dall'acquisto dei diari, quaderni, zaini, astucci, penne ed altro ancora, al prezzo che i genitori sono costretti a sborsare annualmente per i libri di testo.

Nonostante la crisi, nonostante le strategie e l'inventiva di moltissime famiglie che fanno di tutto per risparmiare anche su questa voce di spesa, i prezzi relativi all'occorrente scolastico, infatti, continuano ad aumentare. Sulla base delle stime del Codacons solo il corredo scolastico comporterà un maggior esborso del 2% circa rispetto al 2013, e per l'acquisto di penne, diari, quaderni, zaini, astucci, ecc. una famiglia media dovrà mettere in conto una spesa annua compresa tra i 450 e i 490 euro a studente.

L'associazione dei consumatori, inoltre, spiega che a tali costi va aggiunta una spesa media per l'acquisto dei testi scolastici che oscillerà tra i 300 e i 350 euro a seconda della scuola e del livello di istruzione, per un totale che va dai 750 agli 840 euro a studente, ma che può anche raggiungere i 1.100 euro a ragazzo.
"Il Ministero dell'istruzione deve intervenire per contenere la spesa delle famiglie ed impedire i rincari dei testi scolastici e lo sforamento dei tetti massimi fissati dallo stesso dicastero – afferma il Presidente del Codacons, Carlo Rienzi – La stangata che attende gli italiani sul fronte della scuola, infatti, minerà i consumi in altri settori, perché le famiglie sempre più in difficoltà saranno costrette a rinunciare ad altri acquisti per poter mandare i propri figli a scuola, con evidenti danni per il commercio e l'economia nazionale".

L'istruzione e lo studio non costano soltanto "caro" alle famiglie italiane, costano anche "amaro", se a tutto ciò, inganno che segue la beffa, aggiungiamo il fatto che ormai sempre più frequentemente e per via dell'elevatissimo tasso di disoccupazione i nostri figli, terminato il lunghissimo ciclo di studi, sono costretti a scegliere, per il loro futuro professionale, altri paesi.

Eppure, ad eccezione dell'italiano medio e delle famiglie comuni, sono giorni di "forzata" euforia politica.
Ieri, 4 settembre, infatti, il Consiglio direttivo della BCE ha deciso un taglio di dieci punti base dei tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente allo 0,05%, allo 0,30% e al -0,20%.
Il presidente della Banca Centrale Europea, l'italianissimo Mario Draghi , nel sostenere che la Bce non taglierà i tassi di interesse al di sotto dell'attuale 0,05% ha dichiarato "Ora siamo al limite piu' basso, arrivati al quale non sono piu' possibili aggiustamenti tecnici".
Dichiarazione che più che entusiasmare dovrebbe essere letta dal Governo Nazionale come un sottolineato appello, un "My-day, l'SOS Internazionale che dovrebbe invitare tutti alla cautela ed ad una visione razionale dello stato di salute del nostro Paese.

Per dirla in siciliano "Chiù scuru i menzannotte un po fari", il tasso d'interesse, infatti, lo capirebbe anche un bambino, potrà anche toccare livelli mai sfiorati, prima di adesso, ma se la gente comune ha il portafogli ridotto alle cuciture, se non si creano occasioni di rilancio e non si mettono in pratica iniziative in grado di ridare fiducia ai consumatori, tutto ciò è praticamente inutile, oltre che deviante.
I maestri della lingua italiana così avrebbero esordito: "Nemo dat quod non habet" - Nessun può dare quel che non ha.