Ragazzi, non siate indifferenti. Solo la conoscenza rende liberi

Messaggio forte del giudice Nino Di Matteo agli studenti del “Basile”. LE FOTO

MONREALE, 24 novembre – Solo il cambiamento culturale vero, se si vince la difficile battaglia contro l’indifferenza e la rassegnazione, potrà dare una svolta nel processo di cambiamento di questa terra, impegnata a combattere la mafia.

E’ stato un messaggio forte, ma a cuore aperto, quello che il sostituto procuratore di Palermo, Nino Di Matteo ha voluto dare stamattina agli studenti del liceo “Basile” di Monreale. L’incontro, voluto fortemente dalla dirigente scolastica Concetta Giannino e dalle insegnanti Agata Cusimano, Marilena Spallino e Rosy Cicatello, si è svolto nell’ambito dell’iniziativa con cui la libreria “Modus Vivendi” mette a contatto gli autori dilibri con le scolaresche. Il libro in questione, ormai famoso, è: “Collusi”, scritto dallo stesso magistrato con Salvo Palazzolo, cronista di giudiziaria di "Repubblica" Palermo.

Di Matteo, di fronte ad una platea quanto mai attenta dei ragazzi del liceo, che hanno posto all’ospite illustre una serie di quesiti pertinenti, profondi ed interessati, ha trasmesso il suo messaggio volto ad indirizzare i giovani verso la cultura del cambiamento, soprattutto dal punto di vista dell’impegno. “Abbiamo il dovere di conoscere, perché la conoscenza rende liberi – sono state le parole del sostituto procuratore – La mafia è potente e voi non siate indifferenti come chi assiste ad una partita di tennis e non parteggia per nessuno. Viviamo in un territorio dove si è coltivato il vizio della rassegnazione che è speculare all’indifferenza”.

Il sostituto procuratore, da anni ormai sotto scorta per la sua attività di contrasto alla mafia, apre la strada della speranza, constatando come “tante cose siano cambiate, grazie all’impegno di molti. Ora però siamo ad un bivio: dobbiamo fare un salto di qualità. Noi come Stato e voi come cittadini. Ricordiamoci che la mafia non è solo criminalità, ma ricerca di contatto col potere politico, istituzionale e della Chiesa. Se vogliamo colpire la mafia dobbiamo colpirla nei suoi legami con il potere”.

Il compito è difficile, però, perché, come ha sottolineato Di Matteo, “le leggi non danno gli strumenti per combattere il potere mafia-istituzioni. Voi ragazzi, quindi, siete portati a fare uno sforzo per cambiare la mentalità mafiosa diffusa nel nostro Paese. Schieratevi contro la mentalità mafiosa con l’impegno e la denuncia. Ricordatevi: chi non partecipa non è un cittadino, ma un suddito”.

Di Matteo, infine, ha usato parole forti nei confronti della Chiesa, imputandole “gravi mancanze nei confronti del fenomeno mafioso”, ribadendo come “il messaggio cristiano sia l’antitesi della mafia. Ogni parroco nelle sue omelie dovrebbe ricordare come non si possa essere dei buoni cristiani se si è amici dei mafiosi”.

Partecipando all’incontro, Salvo Palazzolo ha invitato i ragazzi a tenere con sé un taccuino “per raccontare ciò che accade nel territorio e per esserne protagonisti. Con questo mestiere è possibile dare voce a chi in questa terra ha detto no e per questo non deve essere lasciato solo”.

Soddisfatta la dirigente scolastica Concetta Giannino, che ha donato al magistrato il libro da lei scritto, ricordando come la scuola abbia scelto di effettuare questo percorso all’insegna della legalità. A questo proposito la dirigente ha parlato delle iniziative legate alla “Settimana dello studente”, avviata ieri con la cui realizzazione è stata scelta la strada del dialogo per fronteggiare la protesta studentesca che sta caratterizzando questi giorni in diversi istituti del territorio”.

Sempre sul tema della legalità, il capitano Guido Volpe, comandante della compagnia carabinieri di Monreale, ha reso noto di aver già calendarizzato degli incontri con la scuola.