Mafia dietro la sparatoria allo Zen, due arresti

Il capo della Squadra Mobile di Palermo, Rodolfo Ruperti

Le indagini sono coordinate dal capo della Squadra Mobile di Palermo, Rodolfo Ruperti

PALERMO, 24 marzo – Sono in tutto due gli arresti seguiti alla sparatoria di ieri, avvenuta in via Fausto Coppi, nel quartiere Zen 2: Letterio e Pietro Maranzano, fratelli, sono stati fermati con l’accusa di tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso. A stabilirlo è la Direzione Distrettuale Antimafia.

Le indagini che hanno fatto scattare i due fermi dopo il ferimento di Giuseppe e Antonino Colombo, avvenuto ieri, sono coordinate dal capo della squadra mobile di Palermo, Rodolfo Ruperti (nella foto). I protagonisti della vicenda non sono sconosciuti alle forze dell’ordine: mentre Antonino Colombo avrebbe avuto un ruolo centrale nel quartiere durante il lockdown dell’anno scorso, controllando il territorio e conquistando la fiducia degli abitanti portando loro la spesa, Letterio Maranzano sarebbe coinvolto nell’indagine sul caso spaccaossa.

L’inchiesta ebbe inizio nel 2018, con l’operazione “Tantalo” e proseguita con il blitz “Tantalo bis” nell’aprile del 2019: un giro di affari da decine di milioni di euro costruito inscenando incidenti stradali, che nel settembre 2020 ha portato a condanne complessive per quasi due secoli di reclusione.
Le persone coinvolte venivano pestate e ottenevano pochissimo denaro rispetto alle cifre da capogiro che arrivavano nelle mani degli spaccaossa. È così che aveva perso la vita Yacoub Hadri, tunisino ferito a morte nel gennaio 2017 a Brancaccio. Gli inquirenti sono ancora impegnati ad accertare il movente degli spari di Maranzano ai danni di Colombo: i due si sarebbero presumibilmente incontrati per discutere e poi Maranzano avrebbe fatto partire il fuoco.