Sparatoria allo Zen, nuovi sviluppi nella vicenda

Il movente sarebbe stato una lite per denaro

PALERMO, 11 marzo – Secondo i più recenti aggiornamenti sui colpi di pistola sparati allo Zen martedì mattina, in via Nedo Nadi  ai danni di Emanuele Cipriano, al centro dell’accaduto ci sarebbe l’aggravante dei futili motivi. Gli inquirenti hanno ipotizzato una lite tra Cipriano e Giacomo Cusimano, suo amico d’infanzia, che lo avrebbe colpito due volte per poi dileguarsi, e la motivazione sarebbe da addurre al denaro.

Cusimano, davanti al gip Simone Alecci, si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere e dunque si dovrà decidere se convalidare o no l’arresto. Alcuni messaggi, scambiati tra Cusimano e la vittima su Whatsapp la sera prima dell’accaduto, avrebbero fatto emergere una discussione per una cifra di 10 euro, caratterizzata da toni minacciosi usati da entrambe le parti. È quanto riportato nel provvedimento del sostituto procuratore Andrea Fusco. Anche la madre di Cipriano si è espressa in merito alla vicenda, raccontandone i dettagli.
La donna e il figlio avrebbero dovuto vedersi proprio martedì mattina e gli spari si sono verificati sotto casa della signora: “Ho visto mio figlio Emanuele per terra che gridava: 'Giacomo, aiutami'. Proprio in quel momento vedevo un ragazzo che si chiama Giacomo, amico d'infanzia di mio figlio, vicino a lui e gli urlavo di aiutarlo subito. Dopodiché sono scesa in strada per aiutarlo, era sporco di sangue nella pancia, e lui stesso mi ha detto che era stato Giacomo a sparargli”. Cusimano si era già allontanato a bordo di un motociclo, e la vittima veniva successivamente trasportata a Villa Sofia. All’appello manca ancora l’arma utilizzata dall’indiziato.