Inchiesta "Lost Pay", la Procura vicina alla conclusione delle indagini

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Uno degli indagati è il monrealese Nunzio Giangrande

PALERMO, 11 settembre - Nel marzo del 2013 era scoppiato il caso "Lost Pay", nel quale la Guardia di Finanza aveva sequestrato ben 72 agenzie di Poste Private. Adesso, dopo quasi un anno e mezzo ed oltre mille denunce pervenute ai pm, la Procura si appresta a concluderne le indagini.

Queste, condotte dal pm Paolo Guido, sono a carico del monrealese Nunzio Giangrande, titolare di "Servizi postali" e Graziella Torrisi, di "Posta più".
Secondo l'accusa, attraverso le agenzie gestite in franchising, probabilmente all'oscuro di tutto, gli indagati avrebbero gestito senza l'autorizzazione della Banca d'Italia, un servizio di pagamento di bollettini. Solo che gran parte del denaro versato dagli ignari cittadini non sarebbe mai arrivato a destinazione, fermandosi nei conti dei titolari delle società. Le filiali erano su tutto il territorio nazionale, ma la "Servizi postali" solo in Sicilia ne aveva 50. Sul conto di Giangrande, aperto presso le Poste italiane, sono stati trovati 30 milioni di euro ancora sotto sequestro.

Gli investigatori stanno cercando di capire se, come si sospetta, siano le somme inviate alla sede centrale dalle agenzie per il pagamento di bollettini, in realtà mai saldato. L'indagine è nata dall'esposto di un'agenzia di Latina che appartiene al circuito Poste più che riceveva le proteste dei clienti che segnalavano intimazioni al pagamento da parte di fornitori come Enel, l'azienda del gas palermitana, nonostante avessero pagato le bollette. Nel tempo alla denuncia si sono aggiunte centinaia di querele di privati. Gli investigatori non escludono la connivenza di alcuni direttori di uffici postali e stanno cercando di capire se la maxi truffa fosse finalizzata ad un riciclaggio di denaro sporco.

Giangrande, fin dal primo momento si è dichiarato innocente, sostenendo, anzi di essere lui il truffato. "Non sono il truffatore, ma il truffato - aveva detto nel corso di un'intervista rilasciata al Giornale di Sicilia, nel giugno dello scorso anno - Ho presentato diverse denunce ed ho visto dei timbri falsi su alcune pratiche smistate dalle agenzie".

Giangrande, difeso dall'avvocato Paolo De Simone Policarpo, fonda la sua difesa sulla tesi che qualcuno, a sua insaputa, sul quale indaga anche la procura di Termini Imerese, avrebbe provveduto a falsificare i timbri dei Servizi Postali, utilizzati nel pagamento delle bollette. Proprio su questo argomento Giangrande ha presentato denuncia.