Giacalone, sequestrati nove chili e 230 piantine di marijuana: due gli arrestati

L'azione condotta dalla Sezione Antidroga della Squadra Mobile

MONREALE, 25 giugno – La marijuana veniva prodotta a Giacalone all’interno di un casolare attorniato da un appezzamento di terreno. I poliziotti, però, già da diversi giorni erano sulle tracce di chi la coltivava per poi smerciarla.

Seguendo questa pista la Polizia di Stato ha tratto in arresto oggi Domenico Scarantino 56 anni, pluripregiudicato, fratello del collaboratore di giustizia Vincenzo e cognato di Salvatore Profeta, capo del mandamento Villagrazia, considerato “a disposizione” di Cosa Nostra e Giacomo Di Maio 34 anni. I due sarebbero i responsabili del reato di produzione e detenzione ai fini di spaccio della sostanza stupefacente.

L’operazione di polizia giudiziaria è avvenuta nell’ambito di preordinati servizi di controllo del territorio disposti dal Questore, pianificati ed attuati già da mesi, ed intensificati in vista sia del sopraggiungere della stagione estiva, sia dei recenti ritrovamenti di numerosi siti adibiti a coltivazioni locali “fai da te” di derivati della cannabis.
L’attività investigativa è iniziata in mattinata, quando gli uomini della Squadra Mobile, della “Sezione Antidroga” hanno rilevato, durante un appostamento effettuato presso un terreno agreste, di Giacalone, individuato nei giorni scorsi durante un pedinamento effettuato per seguire Scarantino (personaggio noto per i suoi numerosi precedenti penali nel campo del traffico di droga), che più volte vi si era recato in quei giorni proprio insieme a Di Maio, (come documentato dagli operatori), all’altezza dell’ingresso di un casolare posto nelle pertinenze del terreno in questione, l’arrivo dei due soggetti, che accedevano all’interno dell’immobile.

L’osservazione dei poliziotti è andata avanti, consentendo di documentare come i due uomini, nelle ore successive, rimanessero all’interno del casolare, per poi uscirne con al seguito due grossi sacchi di plastica neri, avviandosi verso la propria autovettura e muovendosi verso la città di Palermo. I poliziotti, a questo punto, hanno deciso di intervenire e di fermare i soggetti e controllarli.

Una volta bloccati, gli agenti hanno ispezionato il contenuto dei due sacchi di plastica, al cui interno erano custodite foglie di marijuana, per un peso complessivo di circa 9 chilogrammi.
Successivamente, accedendo all’interno del casolare da cui erano usciti i due uomini, una volta prelevati i sacchi di plastica, i poliziotti hanno avuto la conferma che all’interno dell’immobile c’era un’imponente coltivazione illecita di piante di “marijuana”, in totale 230, per un valore di vendita complessivo di circa 400.000 euro.
L’imponente ccoltivazione beneficiava, in relazione alla sua rigogliosità, di un continuo, ingente furto di energia elettrica che alimentava la costante illuminazione e la ventilazione forzata della serra.

I due soggetti sono stati arrestati e condotti, su disposizione del piemme di turno, presso il carcere di “Pagliarelli”, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Le indagini sono ora orientate verso l’individuazione di eventuali altri complici coinvolti nell’affare e dei destinatari della droga sequestrata, che da una prima analisi effettuata col “narcotest”, sembra essere di elevato principio attivo.