Non ha commesso il fatto: Fortunato Segreto assolto dall’accusa di concorso in falso ideologico

La sentenza pronunciata dalla 3ª sezione penale del tribunale di Palermo

PALERMO, 19 novembre – Non è responsabile di “concorso in falso ideologico” per non aver commesso il fatto. Per questo motivo il tribunale di Palermo ha assolto ieri da questa accusa l’ex consigliere comunale di Monreale Fortunato Segreto.

A pronunciare la sentenza è stato il giudice monocratico della 3ª sezione penale del tribunale di Palermo, Cristina Russo, che non ha accolto la richiesta del pm, che, invece, per Segreto aveva chiesto la condanna ad un anno e quattro mesi.
La vicenda trae origine da un filone di indagini legate ad un altro processo, quello in cui l’ex consigliere comunale è stato condannato in primo grado ad un anno ed otto mesi per “concorso in peculato” e che vive attualmente la sua fase di appello.

Da una costola di quella vicenda nacque un secondo processo nel quale Segreto fino a ieri ha dovuto difendersi dall’accusa di concorso in falso ideologico, assieme ad altri soggetti riconducibili all’ufficio della Serit, dove lo stesso Segreto prestava servizio come guardia giurata, prima di essere condannato nell’altro processo. In pratica, secondo la tesi dell’accusa, l’ex guardia giurata avrebbe fatto sì che ad un cittadino monrealese venisse cancellata un’ipoteca con un atto falso, poiché rilasciato senza l’estinzione del debito che aveva provocato l’ipoteca stessa. Al beneficiario, in sostanza, era stato consegnato un atto con firma in originale rilasciato dall’ufficio. Segreto, secondo quello che ha sostenuto l’accusa, avrebbe indotto in errore il firmatario dell’atto per favorire colui di quell’atto beneficiò.

In tribunale, però, l’ex consigliere comunale, difeso dall’avvocato Piero Capizzi, ha dimostrato la sua estraneità al reato, poiché, come sostenuto da alcuni test portati a sua discolpa nel dibattimento, nella vicenda non avrebbe avuto alcun ruolo, se non quello di mettere in contatto il suo concittadino con i funzionari della Serit, limitandosi soltanto a questo. La tesi, come detto, è stata accolta dal giudice, nonostante la richiesta di condanna formulata dal pm e quella di risarcimento della Serit, che nel frattempo si era costituita parte civile nel processo.