Terreno demaniale “svenduto” a privati, guai anche per una monrealese

L’azione, dopo un servizio delle “Iene”, condotta dalla Procura di Messina

MESSINA, 6 luglio - I carabinieri della Sezione di Polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Messina nell’ambito di un’indagine coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Messina Alessia Giorgianni, hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelari personali, interdittive e reali emessa dal Gip Maria Teresa Arena, nei confronti di sei persone, accusate di “Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici” e “abuso in atti di ufficio”, in concorso materiale fra loro, formavano un atto pubblico falso che sarebbe stato finalizzato alla vendita di un terreno demaniale di Furnari ad un prezzo di gran lunga inferiore al valore di mercato.

Gli arresti domiciliari sono scattati nei confronti dall’architetto Antonella Giuseppina Giuffrè, 56 anni, in servizio presso il Genio Civile di Messina e dei tre cittadini privati Federico Scardino, 25 anni di Furnari, Franca La Rocca, 48 anni di Salina, e Loredana Giuffrè, 53 anni di San Pier Niceto, che avrebbero determinato l’architetto Giuffrè a redigere un atto di stima di un terreno sito nel comune di Furnari, falso nella parte relativa alla stima del bene per la successiva vendita.

Il funzionario, quale autore materiale, attestava nell’atto indicato un valore per la vendita pari a 3.944,80 euro, quando il terreno sarebbe stato da stimare in più di 368 mila euro. La stessa dirigente dell’Ufficio del Genio Civile di Messina avrebbe procurato un ingiusto vantaggio ai privati concorrenti, indirizzando la falsa stima del terreno sito in Furnari agli Uffici del Dipartimento Regionale del Bilancio e del Tesoro della Regione Siciliana che nel mese di luglio del 2014 autorizzava la vendita in favore di Scardino e La Rocca per poi stipulare il contratto di compravendita presso il notaio in Barcellona Pozzo di Gotto l’11 settembre 2014. I funzionari della Regione Sicilia Ninfa Cangemi, 55 anni di Monreale, e Dania Ciaceri, 60 anni di Palermo, secondo l’accusa, avrebbero favorito intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale agli stessi privati, “arrecando danno patrimoniale all’Ente regionale, violando dapprima le norme sulla trasparenza della azione amministrativa per poi autorizzare la vendita del bene all’indicato prezzo sottostimato. Per le due funzionarie regionali è scattata la sospensione dal servizio per sei mesi.

La complessa attività di indagine svolta dai Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria presso il Tribunale di Messina e coordinata dal sostituto procuratore Alessia Giorgianni, è stata arricchita dal contributo della Tenenza della Guardia di Finanza di Barcellona Pozzo di Gotto ed ha consentito di suffragare le risultanze investigative. E’ stato inoltre disposto ed eseguito il sequestro preventivo dell’area in questione ricadente nel Comune di Furnari.
La vicenda era stata portata alla luce da un servizio-denuncia realizzato dagli inviati del programma televisivo “Le Iene”, che ha fatto scattare le successive verifiche della magistratura.