Non commisero il furto, scagionati i tre monrealesi che stavano scassinando il distributore Tamoil ad Altofonte

Per loro solo un “danneggiamento”, peraltro già depennato dal governo

ALTOFONTE, 21 dicembre –I carabinieri del nucleo radiomobile di Monreale hanno arrestato tre monrealesi. Si tratta di Ivan e Giovanni Caravello, rispettivamente di 21 e 34 anni, e di Davide Schiera, ventiseienne. I due Caravello sono colti noti alle Forze dell’ordine, Schiera, invece, è incensurato.

Il giudice Monocratico del tribunale di Palermo, Ivana Vassallo, di fronte al quale si erano presentati con il rito abbreviato, come afferma oggi il Giornale di Sicilia, pur avendo preso atto delle loro responsabilità, come da loro stessi riconosciuto, ha derubricato il capo d’accusa da tentato furto in “danneggiamento”, tipologia di reato depenalizzata dal governo Renzi.
A gravare sulla decisione del giudice, oltre al fatto che i tre si siano fermati, anche quello relativo al loro stato di necessità che li avrebbe spinti ad agire.
I tre giovani, peraltro, come sarebbe emerso, avevano messo assieme la somma di 250 euro da far avere al gestore del rifornimento di carburante a titolo di rimborso per i danneggiamenti provocati alla colonnina dei contanti.
I tre, che risiedono a Monreale, Fondo Pasqualino, erano stati sorpresi dai militari, al distributore mentre stavano per scassinare una macchinetta del self-service. I carabinieri stavano perlustrando la zona, di notte, e si erano insospettiti quanto avevano iniziato a sentire un po’ di trambusto. Avvicinandosi sempre di più al luogo da dove provenivano i rumori ernao giunti nell’area di rifornimento di carburante. Lì avevano trovato un buco sulla colonnina del self service dove si inseriscono le banconote.
Pochi metri più avanti, i militari avevano notato alcune persone che dopo essere salite velocemente a bordo dell’auto erano fuggite in direzione Palermo. L’inseguimento era durato pochissimo. Dopo aver fermato la macchina, i carabinieri durante la perlustrazione avevano trovato un flex professionale, martelli, cacciati, oltre a berretti e sciarpe. Un «kit» che, secondo la ricostruzione dell’Arma, sarebbe servito per travisarsi e commettere il furto ai danni del distributore. Dopo la convalida degli arresti da parte dell’autorità giudiziaria, per i due Caravello era stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, mentre Schiera era stato rimesso in libertà.